Caro Galan... (3 agosto 2009)
Scoppia la rabbia del Nord sulla nuova questione meridionale. E il governatore del Veneto Giancarlo Galan, che ieri ha ricevuto «centinaia di messaggi» dai suoi concittadini, con toni che variavano «dal fortemente arrabbiato al profondamente deluso», se ne fa interprete lanciando un appello al governo. Cosa gli vuole dire? «Intendo richiamare l' attenzione del governo che così facendo rischia di allontanarsi dalla strada maestra. Ma voglio anche dirgli di stare attento a prenderci in giro, e di farci credere che alla fine la vincano i furbi. Non è possibile che appena qualcuno alza la voce ottenga immediatamente qualcosa. Che dove il localismo e l' emergenza urlano più forte, appaiano immediatamente i commissariamenti, l' intervento straordinario, addirittura il ritorno ai fantasmi del passato come la Cassa del Mezzogiorno». Qual è la strada maestra? «L' unica che porta al giusto meridionalismo, dunque alla vera unità nazionale: il federalismo fiscale. Tutto il resto, se visto dal Nord, verrà rifiutato così come si rifiuta ogni sacco che contiene la farina del diavolo. Perché quello che si sta facendo non è meridionalismo, è sudismo. La vera cultura meridionalista punta a unificare il paese, non a far proliferare mille localismi». Ce l' ha con i suoi colleghi del Sud? «Ce l' ho con i modi di un certo ceto politico sudista, apparsi subito come ricatti, pretese non comprensibili né ricevibili dalla stragrande maggioranza degli italiani che vivono e lavorano a nord di Roma». Non è un discorso un po' nordista? «Nemmeno per sogno. Io non amo dire che esiste una questione settentrionale né una questione meridionale. Dico solo che ognuno a casa sua deve risolvere i problemi come è capace di farlo. Se non li risolve, paga. Fallisce. E giustamente viene cacciato». Forse voi veneti gridate di meno. «Il fatto che noi siamo pazienti e responsabili, e cerchiamo di essere autosufficienti, non vuol mica dire che siamo quei fessi polentoni come ci dipingeva il cinema italiano degli anni cinquanta. Vuol dire che siamo virtuosi e responsabili. Siamo gente abituata ad arrangiarsi. E al meglio. Penso alla questione delle banche». In che senso? «Che anche noi avremmo potuto alzare barricate e ribellarci di fronte al fatto che ormai qui da noi non esiste più una vera, autoctona, grande banca del Veneto. Invece non l' abbiamo fatto. Al contrario, ci siamo messi a lavorare per studiare e trovare tutti quei meccanismi necessari per agevolare il credito. Lo stesso è successo in altri campi, per dire com' è fatta la gente veneta. Abbiamo i comuni più ricicloni d' Italia, che sembra di essere nel Nord Europa. Ma Preganziol e Santa Lucia di Piave, per dire, non hanno mica aspettato un ordine da Roma per procedere. L' hanno fatto da soli». Dove sbaglia il governo? «Nel dare l' impressione che la sua azione si eserciti al meglio dove ha il sopravvento una grave emergenza, un evento eccezionale. Quasi che la politica governativa sia forte e autorevole solamente nell' emergenzialità. Sembra così venuta meno una visione generale e nazionale dei problemi».
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Caro Galan, intanto due cosette sul “prenderci in giro, e di farci credere che alla fine la vincano i furbi. Non è possibile che appena qualcuno alza la voce ottenga immediatamente qualcosa.” Vede presidente – qui non si tratta di “alzare la voce “ per ottenere qualcosa, ma semplicemente di “termini entro i quali stanziare i fondi europei” per le regioni meno sviluppate d’Europa. E per la cronaca, non viene proprio concesso “nulla di straordinario” come Lei sa bene, e che un po’ demagogicamente dimentica, ma di qualcosa di meno dell’ordinario.
Lei afferma che “noi siamo pazienti e responsabili, e cerchiamo di essere autosufficienti, ... siamo virtuosi e responsabili. Siamo gente abituata ad arrangiarsi.” Nessuno credo – in sanità mentale – metterebbe in discussione l’opersità, lo spirito di sacrificio e di lavoro dei cittadini italiani del Veneto, come del Friuli, delle Venezie, della regione Giulia, del Trentino, dell’Alto Adige (guardi come anche io tengo benissimo conto delle tipicità e dei localismi, e sono ben consapevole che ciascuno di questi “luoghi” abbia anche una storia socio-economica unica e tipica)... Vale la pena riordarLe tuttavia che per rendere italiane quelle regioni ha contribuito il sangue di tutto il popolo italiano; vale la pena ricordarle che su quelle montagne hanno combattuto i partigiani provenienti da tutte le regioni, e che alla ricostruzione hanno contribuito – ampiamente – tutti i cittadini d questo Paese.
Varrebbe la pena ricordare che se in Veneto sono sorti i primi distretti industriali, che non poco hanno contribuito allo sviluppo della media industria di quelle regioni, varrebbe altresì ricordare che gli stessi sono stati finanziati all’80% non dalle banche che lei cita, né dalla capacità di arrangiarsi, bensì dallo Stato Italiano. E varrebbe la pena ricordare che nelle regioni “al di sotto di Roma” i primi distretti industriali sono sorti dopo 25 anni, finanziati al 60%, e solo al 20% dallo Stato Italiano, mentre il restante 40% è venuto dai Fondi Strutturali Europei.
Galan, lei afferma testualmente “Dico solo che ognuno a casa sua deve risolvere i problemi come è capace di farlo. Se non li risolve, paga. Fallisce. E giustamente viene cacciato”... vorrei permettermi di dirle che sono vent’anni che non si conclude la bretella di Mestre, che pure è stata finanziata dallo Stato, e che il Mose, che tutti sanno che non funziona e non funzionerà mai, è sempre finanziato dallo stato, così come la bonifica del centro Chimico di Marghera... e che Lei sa anche bene che quei fondi (complessivamente qualcosa come 8mld di euro!!!) sono stati reperiti - in diciamo 14 anni? - togliendo 6,2mld ai fondi FSE destinati al sud attraverso il seguente meccanismo: legge obiettivo – spostamento dei capitoli di bilancio – finanziamento su altre “priorità”. E mi sto limitando alla Sua regione, caro Galan.
Galan, vede, lei sta scegliendo di farsi portavoce di una politica fatta di alternative competitive, ovvero di scelte contrapposte tra quello che si dovrebbe fare al sud e quello che si dovrebbe fare al nord. Nel ricordarle che i fondi per lo sviluppo del sud sono diminuiti complessivamente del 62% e che invece quelli destinati alle infrastrutture del nord Italia sono aumentati del 55%, mi permetto di ricordarle che è davvero difficile avere impresa e sviluppo senza infrastrutture.
Vorrei evidenziarLe che l’alta velocità esiste sino a Napoli, che noi vorremmo tanto pagarlo il pedaggio sulla Salerno-Reggio, ma la vorremo anche vederla finita dopo quarant’anni e vorremmo poterla chiamare autostrada. Vorrei che Lei ricordasse che gli appalti per queste opere non sono ad aziende del sud, ma tutti affidati ad aziende del nord, quindi se parliamo di ritardi, e di tangenti, e di mala gestione, si ricordi sempre quali imprenditori erano accanto ad alcuni nostri pessimi politici.
Galan, se per andare da Bari a Milano ci vogliono 5 ore (in aereo!), se per andare da Roma a Lecce ce ne vogliono minimo 7, se per andare da Reggio a Roma ce ne vogliono 6... se la Sicilia tutta viaggia ancora su monobinario... Lei me lo spiega come si fa a creare sviluppo e impresa? Galan, come si fa a creare indotto se ogni volta che FIAT fa un qualsiasi starnuto gli stabilimenti sempre messi in discussione sono Melfi, Pomigliano e Termini Imerese?
Galan, quando recentemente un’azienda di Arezzo ha “licenziato” 2200 dipendenti, non lo ha mica fatto ad Arezzo, sa? Li ha conferiti ad una sua controllata con sede legale a Potenza e poi ha ceduto quella... così se vengono licenziati, sono nominalmente 2200 dipendenti del sud, mica “del nord”... Questo nella Sua logica, perché nella mia sono solo 2200 famiglie italiane Galan... Vede, il problema è che nella logica di cui lei vuol farsi portavoce, e sullo scontro con cui vuole raccogliere i voti, lei mette in conflitto la bretella di Mestre con la Salerno-Reggio.
Noi abbiamo problemi seri, sig. Governatore della Regione Veneto, e abbiamo bisogno, ancora una volta, di persone serie per affrontarli: per me è fondamentale la bretella di Mestre, l’alta velocità e la Salerno-Reggio, e il raddoppio ferroviario per la Sicilia, e la variante di valico (fatta bene) – e sono scelte fondamentali e prioritarie non perché sono al nord o al sud o al centro, ma perché sono un bene per il Paese, caro cittadino italiano Galan.
E vorrei che lavorassimo tutti assieme per fare queste cose che servono a tutti, semmai tutti insieme togliendo gli sprechi delle risorse destinate al Mose come al Ponte sullo stretto! Galan, noi dobbiamo cominciare a sperare non che ci sia un’emergenza da governare meglio o peggio perché gestita con “poteri straordinari” ma per far sì che non ci sia affatto l’emergenza – a Porto Marghera o in Campania!
...io la vorrei davvero una visione generale e nazionale dei problemi... Un suo concittadino-connazionale