Due o tre motivi perché l’intervento “sulle banche” è inutile... (12-10-2008)
Intanto va precisato che la crisi dei mercati finanziari non è “una sola” ma sono molte e diverse. Negli Stati Uniti quello che è “saltato” è l’eccessiva finanziarizzazione degli strumenti di credito… mutui che diventavano bond, poi sottoscritti in parte dagli stessi contraenti i mutui… solo che ci si dimentica che “per effetto leva” ad ogni passaggio l’esposizione complessiva si moltiplica. Un esempio (reale per quanto incredibile): 50mld di dollari di insolvenze (ovvero tre rate consecutive di mutuo non pagato) hanno determinato l’insolvenza di obbligazioni pari 250mld di dollari, che però a loro volta erano il sottostante di circa 450mld di dollari di quote di fondi comuni… che valevamo però in borsa 1200mld di dollari… Come è scoppiato il tutto: per pagare le rate arretrate le persone hanno cominciato a vendere le proprie quote di fondi che però hanno cominciato a “svalutarsi” troppo, e le banche non hanno avuto liquidità per rimborsare le quote in breve tempo. Ala fine questi fondi – scendendo sotto il 30% del loro valore – sono stati classificati “junk” e sottratti alla quotazione del mercato – alias non più “vendibili” nell’immediato. Questo ha fatto si che le morosità aumentassero ancora sviluppando un effetto a catena che ha coinvolto le stese banche d’affari che hanno creato quei fondi. La crisi americana è una crisi di “sistema finanziario” in un paese in cui il reddito di una famiglia al 70% dipende dal lavoro ed al 30% da “rendite di mercato” è come se dalla sera alla mattina a tutte le famiglie sia stata fatta una “decurtazione” di reddito del 30%... Questo taglio al reddito ha determinato un secondo effetto, ovvero il ritardo nei pagamento delle carte di credito (che in USA sono diffusissime e sono lo strumento di pagamento usato bel 75% delle transazioni quotidiane). Dato che il sistema del finanziamento del credito al consumo è esattamente lo stesso descritto prima, poco meno di 12mld di dollari di “ritardi” nei pagamenti delle carte hanno fatto sì che si determinassero (in più o meno una decina di passaggi finanziari) default (insolvenze) per circa 200mld di dollari. Un esempio per tutti di come questa crisi era più che prevedibile – ma nessuno la voleva davvero vedere – sta nel fatto che solo 5 anni fa la American Express era proprietaria della Lehman Broth. e se ne è moooolto rapidamente e mooolto stranamente liberata con gran “velocità”… e questo giusto per rispondere a chi dice ancora oggi che “le due crisi sono distinte e separate”. Ora. La questione è che mentre in America e in Inghilterra la crisi è dovuta ad un fisiologico svuotamento di una bolla di eccessiva finanziarizzazione – e la cura sta proprio in interventi di natura finanziaria – in Europa non è così – perché da noi – banalmente – il fenomeno non c’è – o è limitatissimo e controllabilissimo. Da noi il problema è la recessione. Recessione della produzione e dell’economia e la finanza c’entra davvero ben poco – se non negli aspetti più “speculativi”. Mi spiego ancora meglio. Se le persone non consumano, non fanno “fatturato” nelle aziende. Senza fatturato le aziende non possono rimborsare i propri prestiti (obbligazioni, finanziamenti vari…) a quel punto le banche hanno problemi “finanziari” e non possono onorare le proprie obbligazioni, e questo “erode” ulteriormente la possibilità di “esercitare credito” e quindi di immettere nuova liquidità anche per i consumi (alias se già sono sovraesposto non concedo nuovi mutui o prestiti o fidi…). Conoscendo bene questa realtà – giustamente il governo tedesco afferma che serve una “soluzione condivisa” ma che poi ciascuno deve poter applicare alla propria realtà” perché se il problema non è finanziario (e la finanza si che è globale) allora ogni realtà economica ha le sue peculiarità e i problemi se li si vuole affrontare e risolvere davvero lo si potrà fare colo tenendo conto di queste peculiarità. Il governo italiano propone sostanzialmente di “colmare il buco” delle banche –nella speranza che le stesse continuino a immettere liquidità… ma come? Perché? In questa situazione che comunque non cambierebbe? Sarebbe da folli. E quindi banalmente – tranne qualche conto sistemato – l’effetto sarà solo uno: aumento del debito pubblico (perché i soldi prestati alle banche finiranno in debito dello stato) – questo debito “declassificherà” ulteriormente il nostro reating (la valutazione che si fa sulla effettiva capacità di rimborso da parte dello Stato – perché non si capisce con una crescita zero con quali entrate “in più” si paga un “debito in più”) e questo farà si che per “convincere” qualcuno a comprare i nostri titoli di Stato (ovvero pezzi del nostro debito) l’Italia dovrà alzare i tassi di interesse offerti (e quindi altro debito da pagare). E lo sanno benissimo sia Tremonti (soprattutto) che Berlusconi (un po’ meno) che non ne parlano apertamente ma hanno chiesto con forza che questa operazione non la facesse “il singolo Paese” ma che venisse fatta con un “fondo Europeo” (il cd. EuroBond). Sapete com’è scoppiato il caso “Parmalat”? da una semplice domanda di un analista finanziario di Morgan Stanley che osò chiedere “se avete 4mld di dollari liquidi in un fondo alle Caiman, perché emettete nuovi bond molto onerosi per 250mln?” (non era meglio ridurre il debito e spendere i soldini in cassa? – questa la vera domanda…). Ora allo Stato italiano si dovrebbe fare la stessa domanda in altri termini: avete un debito di 40mld di euro verso le imprese per rimborsi fiscali (ed iva in particolare), ed avete circa altrettanto debito verso le famiglie italiane come rimborsi irpef… invece di aumentare il debito, perché non lo riducete pagando questi debiti? Perché così sia le aziende che le famiglie avranno – direttamente – un mucchio di soldi (che gli spettano) per rimborsare i propri debiti e rigenerare l’economia…? Lo so che può sembrare una soluzione “troppo banale” ma resto sempre dell’idea che immettere 80mld di euro nell’economia in questo momento – 80mld dovuti per altro – e darli direttamente “sui consumi” – sia una manovra molto più utile di fare un “fondo di garanzie” per i capitali delle banche aumentando il debito pubblico… ma forse, l’economia, non va spiegata in termini così semplici…