le super pensioni che paghiamo noi
Sono lì.
Ci dicono tutti i giorni che hanno la ricetta per farci uscire dalla crisi.
Erano lì.
Ciascuno nel suo, hanno avuto ruoli tali che potevano non farci proprio entrare in questa crisi, disegnando un mondo e un sistema differente.
Sono lì che tutti i giorni da una parte all’altra gli affibbiamo il ruolo di buoni e cattivi.
Sono solo alcuni dei nomi della classe dirigente di questo paese negli ultimi trenta/quarantenni.
Nel 68 in Germania, a Monaco, uno striscione apriva un corteo: “non fidarti di chi ha più di quarant’anni” – perché certamente è stato nazista.
Qui il punto non è solo generazionale, come alcuni che per ambizione personale vogliono affermare, ma è di “classe dirigente”.
Oggi dovremmo semplicemente dire “non mi fido delle soluzioni e delle parole di chi è stato classe dirigente di questo Paese negli scordi trent’anni”.
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Io vi propongo un piccolo e rapidissimo calcolo che farete voi.
Oggi le pensioni minime, quelle di coloro cui è stato aumentato il ticket sanitario, il biglietto dell’autobus, il conto della spesa, le imposte locali… sono di 500 euro.
Oggi in questo paese ogni giovane assunto, precario, lavoratore “autonomo”, ha le maggiori trattenute previdenziali d’Europa.
E tutto questo non per “accumulare le risorse per la propria pensione” bensì per pagare quelle correnti.
Bene.
Quanti giovani oggi devono pagare per un solo mese di questi signori?
E quanti pensionati al minimo fanno uno solo di questi pensionati d’oro?
I nomi che ho scelto sono solo alcuni.
Ma sono di tutti soggetti “perfettamente abili al lavoro” e che infatti ancora lavorano, ed occupano posizioni di rilievo nell’economia e nella società.
Io credo che nessuno di questi possa pretendere di dirci che ha soluzioni, che possa continuare ad avere una qualsiasi pretesa di essere ancora “classe dirigente”.
Chi ha deciso per noi in questi decenni, oggi dovrebbe prendere atto del suo fallimento, e avere la dignità di “restare nella dorata pensione” che già prende.
(queste pensioni si sommano a indennità parlamentari, incarichi di consulenza, gettoni in cda, contratti universitari, e rendite per posizioni finanziarie acquisite…)
Qualche esempio (che provvederò ad aggiornare con tutte le vostre richieste e e segnalazioni)
Giuliano Amato (dott. Sottile) ex presidente del consiglio, famigerato autore della prima riforma previdenziale che cominciò a ridurre i trattamenti previdenziali nel 1992, e della (finora) più grande manovra finanziaria di taglio (stangata di 90 mila miliardi di lire), gode di pensione da professore universitario da 1/1/98 di 22.048,11 euro mensili lordi
Rocco Buttiglione gode di pensione da professore universitario da 1/11/2007 di 5.498,30 euro mensili lordi
Mario Baldassarri economista e presidente commissione bilancio ed ex sottosegretario al tesoro del governo Berlusconi gode di pensione di professore universitario di € 5.714,42 mensili dal 7/8/2008 e per “arrotondare” percepisce pure una pensione di riversibilità di € 697,56
Renato Brunetta gode di pensione da professore universitario da 31/12/2009 di 4.351,07 euro mensili lordi
Giuliano Cazzola, famoso per i suoi continui ed insistenti interventi a favore delle modifiche (leggi tagli) del regime pensionistico (degli altri), come ex dirigente della pubblica amministrazione prende una pensione dal 1/4/2007 di € 10.776,66 mensili.
Antonio Di Pietro, proprio il più grosso fustigatore del regime, già dal lontano 12/1/96 gode di pensione pari a € 2.664,57 mensili, di cui forse coerentemente alla furia moralizzatrice che lo contraddistingue potrebbe fare a meno
Sergio D’Antoni ex sindacalista ed ex segretario CISL ora deputato PD prende una pensione da docente universitario dal 1/4/2001 di € 8.595,74 mensili lordi
Daghi Mario oltre ai suoi lauti stipendi da governatore della banca d’Italia gode di pensione da dirigente della pubblica amministrazione dal 1/4/05 di € 14.843,56 mensili lordi
Francesco Ferrarotti, noto sociologo frequentatore di salotti televisivi da dove dispensa pillole di saggezza detinate a ciò che giusto o sbagliato,dal lontano 1/11/2001 gode di una pensione di 6.983,47 mensili
Publio Fiori, ormai da oltre 16 anni si gode una pensione elargita dall’ INPDAP di € 14.590,26 esente di qualsiasi tassazione in quanto “vittima di terrorismo”.
Giuseppe Fioroni, ex ministro della pubblica istruzione in qualità di ex insegnante a racimolato una pensioncina di € 2008,73 mensili a decorrere 1/1/2008
Guazzaloca Giorgio ex esercente macellaio di Bologna, ex sindaco, successivamente nominato membro della Autority Anti trust, è consigliere comunale a Bologna, e ora gode di una pensione di 16.516,58 € mensili lordi a decorrere dal 1/7/2009
Luciano Infelisi, notissimo magistrato, titolare di importantissime indaglni durante la sua carriera, dal 04/06/2001 gode di pensione di 9.098,44 € lordi mensili
Antonio Martino senatore PDL economista ex ministro della Difesa, gode dal 1/4/2002 di pensione docente universitario di € 5.788,33
Monorchio Andrea, ex direttore generale ragioneria generale dello stato ora consulente del ministro Tremonti, è in pensione dal 1/7/2002 con € 19.051,51
Sirchia Girolamo ex ministro della sanità ed ex primario ospedaliero, dal 1/10/01 in pensione con 10.290,00 € mensili lordi
Renato Squillante ex magistrato coinvolto negli scandali di Berlusconi gode di pensione dal lontano 26/06/96 di € 9.799,23 mensili
Mario Sossi, ex magistrato ora attivista della destra estremista, dal 5/7/06 gode di pensione di € 13216,37 esente da qualunque tassazione in quanto vittima di terrorismo
Sergio Siracusa ex Generale ora membro del consiglio di stato con lauta remunerazione gode pure di pensione fin dal 2/4/2000 di € 27.927,75 mensili lordi
Alcuni altri nomi li ho nel dettaglio, ma addirittura “aggiornati in lire” dato che sono pensioni che continuano a percepire da prima del 2000!!!
(dati i tempi e le rivalutazioni, se li leggete in euro, escono cifre per difetto e non in eccesso)
Biagio Agnes 565.080.750 ex presidente della Stet. Pensione Inps (dal marzo 1994): 13 mensilità da 43.467.750 lire.
Giulio Andreotti 233.428.707 80 anni, senatore a vita, ex pluri-presidente del Consiglio e ministro. Pensione Tesoro (dal giugno 1992): 13 mensilità da 9.581.823 lire. Pensione Inpgi (dal gennaio 1977): 14 mensilità da 7.776.072 lire.
Luigi Arcuti 336.601.018 presidente del Sanpaolo-Imi. Pensione Inps (dal maggio 1988): 13 mensilità da 3.727.100 lire. Pensione Fondo S. Paolo (dal marzo 1974): 13 mensilità da 2.776.168 lire. Pensione istituto San Paolo (dal marzo 1974): 13 mensilità da 19.389.118 lire.
Alessandro Barberis 121.906.200 Pensione Inpdai (dall’aprile 1997): 13 mensilità da 9.377.400 lire.
Ettore Bernabei 143.266.578 azionista Lux, ex direttore Rai e presidente Italstat. Pensione Inpgi (dal giugno 1976): 14 mensilità da 6.847.802. Pensione Inpdai (dal gennaio 1987): 13 mensilità da 3.645.950 lire.
Giovanni Billia 107.127.150 presidente Inail, ex direttore Rai e presidente Inps. Pensione di anzianità Inps (dal gennaio 1995): 13 mensilità da 8.240.550 lire.
Enrico Bondi 122.064.150 ex amministratore delegato Montedison e curatore della Parmalat in crisi. Pensione Inpdai (dall’agosto 1993): 13 mensilità da 9.389.550 lire.
Bruno Bottai 122.064.150 amministratore delegato Montedison. Pensione Inpdai (dall’agosto 1993): 13 mensilità da 9.389.550 lire.
Enrico Braggiotti 538.973.303 ex presidente della Banca Commerciale Italiana. Pensione Inps (dal febbraio 1983): 13 mensilità da 11.597.550 lire. Pensione Comit (dal gennaio 1991): 12 mensilità da 25.621.000 lire. Fondo Comit (dal maggio 1988): 13 mensilità da 6.211.781 lire.
Vincenzo Caianiello 348.707.604, ex presidente della Corte Costituzionale e ministro della Giustizia. Pensione Tesoro (dal dicembre 1995): 12 mensilità da 29.058.967 lire.
Carlo Callieri 124.892.950, imprenditore, vice presidente Confindustria, ex direttore centrale Fiat. Pensione Inpdai (dal luglio 1998): 13 mensilità da 9.607.150 lire.
Francesco Chirichigno 468.482.170, direttore generale Siae, ex amministratore delegato Telecom. Pensione Inps (dal febbraio 1995): 13 mensilità da 36.037.090 lire.
Carlo Azeglio Ciampi 852.423.639 presidente della Repubblica, ex governatore della Banca d’Italia, presidente del Consiglio e ministro del Tesoro. Pensione Inps (dal gennaio 1981): 13 mensilità da 8.225.150 lire. Pensione Banca d’Italia (dal luglio 1980): 13 mensilità da 45.647.893 lire. Pensione Banca d’Italia (dall’aprile 1993): 12 mensilità da 12.672.840 lire.
Francesco Cingano 538.975.244 , presidente di Mediobanca e vice presidente delle Generali, ex amministratore delegato della Comit. Pensione Inps (dall’ottobre 1982): 13 mensilità da 13.792.750 lire. Pensione Comit (dal gennaio 1991): 12 mensilità da 22.752.000 lire. Fondo Comit (dal febbraio 1987): 13 mensilità da 6.665.038 lire.
Pasquale De Vita 122.047.900 70 anni, presidente dell’Unione petrolifera, ex presidente dell’Agip Petroli. Pensione Inpdai (dal giugno 1993): 13 mensilità da 9.388.300 lire.
Lamberto Dini 650.529.477, ministro degli Esteri, ex direttore generale Banca d’Italia e presidente del Consiglio. Pensione Inps (dal giugno 1994): 13 mensilità da 13.288.250 lire. Pensione Banca d’Italia (dal maggio 1994): 13 mensilità da 36.752.479 lire.
Antonio Di Pietro 54.364.037, senatore, ex poliziotto, pubblico ministero e ministro dei Lavori Pubblici. Pensione Tesoro (dal settembre 1995): 13 mensilità da 4.181.849 lire.
Fabiano Fabiani 233.449.444 presidente di Napoli-Est, ex dirigente e giornalista Rai e amministratore delegato della Finmeccanica. Pensione Meie (dal maggio 1997): 12 mensilità da 3.142.861 lire. Pensione Inpgi (dal giugno 1985):14 mensilità da 8.552.233 lire. Pensione Inpdai (da gennaio 1991): 13 mensilità da 5.846.450 lire.
Vittorio Feltri 347.817.030, giornalista-editore, ex direttore di “Europeo”, “Indipendente” e “Giornale”. Pensione Inps (dal maggio 1997): 13 mensilità da 408.050 lire.
Pensione Inpgi (dal maggio 1997): 14 mensilità da 24.465.170 lire.
Pier Domenico Gallo 437.617.228, titolare di Meliorbanca, ex direttore generale del Nuovo Banco Ambrosiano e amministratore delegato della Bnl. Pensione Bnl (dal settembre 1991): 12 mensilità da 27.014.966 lire. Pensione Cassa di Risparmio di Torino (dal dicembre 1984): 13 mensilità da 8.725.972 lire.
Cesare Geronzi 672.648.050, presidente della Banca di Roma, ex responsabile cambi della Banca d’Italia e vice direttore generale del Banco di Napoli. Pensione di anzianità Inps (dal gennaio 1996): 13 mensilità da 36.700.950 lire. Pensione Cassa di Roma (dal gennaio 1996): in alcuni documenti risulta percepire un lordo annuo di 195.535.700 lire, in altri si parla di 223.469.376 lire. Se fosse giusta la seconda cifra il suo monte-pensioni annuo andrebbe corretto in 700.581.726.
Franco Marini 65.942.500, deputato e segretario del Ppi, ex segretario generale della Cisl. Pensione di anzianità Inps (dal giugno 1991): 13 mensilità da 5.072.500 lire.
Tommaso Padoa Schioppa 492.415.885, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, ex vice direttore generale della Banca d’Italia e presidente della Consob. Pensione Banca d’Italia (dall’aprile 1997): 13 mensilità da 37.878.145 lire.
Oscar Luigi Scalfaro 165.711.039, senatore a vita, ex magistrato, ministro e presidente della Repubblica. Pensione Tesoro (dal settembre 1988): 13 mensilità da
12.747.003 lire.
Sergio Zavoli 189.344.208, giornalista e scrittore, ex presidente della Rai. Pensione Società Italiana Autori ed Editori (dal settembre 1987): 13 mensilità da 1.190.000 lire. Pensione Inpgi (dall’ottobre 1978): 14 mensilità da 11.413.546 lire. Pensione Enpals (dall’ottobre 1983): 13 mensilità da 1.083.428 lire.
Un rapido conto molto approssimativo: se si applicasse a questi personaggi il divieto di cumulo in quanto percettori di altri ben sostanziosi redditi, si otterrebbe un risparmio di circa 193.000 Euro mensili.
Recenti pubblicazioni ed indagini sulle “caste” in Italia stimano il numero di persone che appartengono a queste categorie di ex (magistrati, parlamentari, ministri ecc.) che però continuano ad esercitare professioni e consulenze, a partecipare a convegni e pubblicazioni ecc. ecc. in circa 25.000.
Calcolando la media del risparmio ottenuto sulla ventina di personalità sopra riportate, all’anno avremmo un importo “recuperato” a favore della collettività di circa 3 miliardi (255 milioni al mese).
Quante “manovre” ci saremmo risparmiati, quante risorse in più avremmo a disposizione per la spesa sociale, per la tutela del lavoro, per l’assistenza, per la salute, per l’istruzione ecc. ?
Qui invece l’elenco, rigorosamente alfabetico, di tutte le indennità parlamentari…
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/pensioni-doro-tutti-i-nomi/2157568