Non lasciare balconi che tu non abbia scavalcato
molte volte mi è tornato alla mente questo verso, come molti traducibile in molti modi.
facendo l'editore, tengo sempre a mente una frase "tradurre è tradire".
e tradurre e tradire sono quasi sinonimi semantici = condurre a sé - in sensi differenti.
non lasciare balconi che tu non abbia scavalcato
ma anche
non "scavalcare balconi che non puoi scavalcare"
ma anche
"non scavalcare balconi da cui non puoi tornare indietro"
forse, in ogni momento della nostra "parte di vita", questo verso assume significati e significanti differenti e diversamente appropriati.
a quindici anni acquistai "l'antologia di spoon rever" - in un'edizione einaudi con testo a fronte...
...ancora oggi solcata dai miei maldestri appunti di una lettura adolescenziale...
che per un gioco del destino è sempre lì
letta e riletta, sul mio comodino tra i "libri da leggere"
ho ritrovato questa poesia
e ve la ripropongo...
con la gioia e con la malinconia che questo verso ha regalato a me in questi venti anni
che abbiamo convissuto
lui ed io... accanto... crescendo e "cambiando" assieme...
oggi
la dedico a chi non si arrende
a chi nonostante tutto ci crede
a chi non chiude tutte le porte
a chi lascia sempre una via "per ritornare"
a chi crede e dà valore ai sentimenti
a chi anche senza ali sa volare
Edmund Pollard
from “Spoon River Anthology” by Edgard Lee Masters
I would I had thrust my hands of flesh
Into the disk-flowers bee-infested,
Into the mirror-like core of fire
Of the light of life, the sun of delight.
For what are anthers worth or petals
Or halo-rays? Mockeries, shadows
Of the heart of the flowers, the central flame!
All is yours, young passer-by;
Enter the banquet room with the thought;
Don't sidle in as if you were doubtful
Whether you're welcome - the feast is yours!
Nor take but a little, refusing more
With a bashful “Thank you”, when you're hungry.
Is your soul alive? Then let it feed!
Leave no balconies where you can climb;
Nor milk-white bosoms where you can rest;
Nor golden heads with pillows to share;
Nor wine cups while the wine in sweet;
Nor ecstasies of body or soul,
You will die, no doubt, but die while living
In depths of azure, rapt and mated,
Kissing the queen-bee, Life!
“Edmund Pollard”
dalla “Antologia di Spoon River” di Edgard Lee Master Traduzione dall’inglese di Bruno Moretti
Vorrei aver immerso le mie mani di carne
Nei dischi dei fiori invasi dalle api,
Nello specchiante cuore di fuoco
Della luce della vita, il sole della gioia.
A che servono antere o petali
O raggi di aureole? Beffe, ombre
Del cuore del fiore, la fiamma centrale!
Tutto è tuo, giovane che passi;
Entra nella stanza del banchetto consapevolmente;
Non entrare timidamente come se tu fossi dubbioso
Di essere il benvenuto - la festa è tua!
Non prendere solo un poco, rifiutandone ancora
Con un timido “Grazie”, quando hai fame.
E' viva la tua anima? Allora che possa nutrirsi!
Non lasciare balconi che tu non abbia scalato;
Nè biancolattei seni sui quali riposare;
Nè teste bionde con cui dividere il guanciale;
Nè coppe di vino quando il vino è dolce;
Nè estasi del corpo o dell'anima,
Tu morirai, non c'è dubbio, ma morirai vivendo
In profondità azzurre, rapito nell'amplesso
Baciando l'ape regina, la Vita!