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Michele Di Salvo
08 Nov

Non lasciare balconi che tu non abbia scavalcato

Pubblicato da micheledisalvo  - Tags:  Appunti di viaggio, Edgard Lee Masters, Standard, Spoonriver, traduzione

molte volte mi è tornato alla mente questo verso, come molti traducibile in molti modi. facendo l'editore, tengo sempre a mente una frase "tradurre è tradire". e tradurre e tradire sono quasi sinonimi semantici = condurre a sé - in sensi differenti.

non lasciare balconi che tu non abbia scavalcato

ma anche

non "scavalcare balconi che non puoi scavalcare"

ma anche

"non scavalcare balconi da cui non puoi tornare indietro"

forse, in ogni momento della nostra "parte di vita", questo verso assume significati e significanti differenti e diversamente appropriati.

a quindici anni acquistai "l'antologia di spoon rever" - in un'edizione einaudi con testo a fronte...

...ancora oggi solcata dai miei maldestri appunti di una lettura adolescenziale...

che per un gioco del destino è sempre lì

letta e riletta, sul mio comodino tra i "libri da leggere"

ho ritrovato questa poesia

e ve la ripropongo...

con la gioia e con la malinconia che questo verso ha regalato a me in questi venti anni

che abbiamo convissuto

lui ed io... accanto... crescendo e "cambiando" assieme...

oggi

la dedico a chi non si arrende

a chi nonostante tutto ci crede

a chi non chiude tutte le porte

a chi lascia sempre una via "per ritornare"

a chi crede e dà valore ai sentimenti

a chi anche senza ali sa volare

Edmund Pollard

from “Spoon River Anthology” by Edgard Lee Masters

I would I had thrust my hands of flesh

Into the disk-flowers bee-infested,

Into the mirror-like core of fire

Of the light of life, the sun of delight.

For what are anthers worth or petals

Or halo-rays? Mockeries, shadows

Of the heart of the flowers, the central flame!

All is yours, young passer-by;

Enter the banquet room with the thought;

Don't sidle in as if you were doubtful

Whether you're welcome - the feast is yours!

Nor take but a little, refusing more

With a bashful “Thank you”, when you're hungry.

Is your soul alive? Then let it feed!

Leave no balconies where you can climb;

Nor milk-white bosoms where you can rest;

Nor golden heads with pillows to share;

Nor wine cups while the wine in sweet;

Nor ecstasies of body or soul,

You will die, no doubt, but die while living

In depths of azure, rapt and mated,

Kissing the queen-bee, Life!

“Edmund Pollard”

dalla “Antologia di Spoon River” di Edgard Lee Master Traduzione dall’inglese di Bruno Moretti

Vorrei aver immerso le mie mani di carne

Nei dischi dei fiori invasi dalle api,

Nello specchiante cuore di fuoco

Della luce della vita, il sole della gioia.

A che servono antere o petali

O raggi di aureole? Beffe, ombre

Del cuore del fiore, la fiamma centrale!

Tutto è tuo, giovane che passi;

Entra nella stanza del banchetto consapevolmente;

Non entrare timidamente come se tu fossi dubbioso

Di essere il benvenuto - la festa è tua!

Non prendere solo un poco, rifiutandone ancora

Con un timido “Grazie”, quando hai fame.

E' viva la tua anima? Allora che possa nutrirsi!

Non lasciare balconi che tu non abbia scalato;

Nè biancolattei seni sui quali riposare;

Nè teste bionde con cui dividere il guanciale;

Nè coppe di vino quando il vino è dolce;

Nè estasi del corpo o dell'anima,

Tu morirai, non c'è dubbio, ma morirai vivendo

In profondità azzurre, rapito nell'amplesso

Baciando l'ape regina, la Vita!

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M
Sono d'accordo con te, la traduzione è tradimento ma ti dirò di più, anche il correttore di bozze tradisce, io una volta mi sono permesso di "correggere" una poesia di un amico... non è rimasto soddisfatto, sicuramente aveva perso quella passione che l'aveva animata. La purezza pare sia prerogativa del diamante ma anch'esso ha molte facce, molti colori a seconda da dove si osserva. Scrive bene chi da emozione, e a volte anche una cattiva traduzione per alcuni può essere bella
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