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Michele Di Salvo
08 Nov

Perché

Pubblicato da micheledisalvo  - Tags:  Appunti di viaggio, Chaplin, Hearst, McCarty, Palestina, Pasternak, Picasso, Standard, Wells

Non c'e' sempre un perché a tutte le cose. Spesso quando non siamo alla portata di comprendere ci domandiamo come facciano alcuni a continuare a scrivere, a fare poesia, a dipingere e a scrivere musica in certi momenti. E come ci si possa occupare di cultura in certi momenti. E come si possa essere così "fuori dal mondo"... in certi momenti.

Già, i momenti. E invece la imposta e' proprio li, nell'osservare il momento e non nel "lasciarsi portare dal momento" e farsi travolgere dal suo vortice. Guardare al momento esattamente per quello che e', ovvero un tempo finito, che come tutte le cose del mondo, ed ancor più quelle umane, ha avuto un suo inizio ed avrà ineluttabilmente una sua fine.

Durante la rivoluzione russa, un gruppo di scrittori tenne aperto un luogo, " la libreria degli scrittori", quasi un gesto folle dal momento che non si stampava, non c'era carta, non c' era denaro per mangiare, figuriamoci per comprare libri. Ebbene, lo scopo era il semplice "tenere in vita un gesto", il luogo del libro, lo sfogliare le pagine, il momento di auto concessione della libertà dal tempo imminente che e' esattamente il tempo del leggere.

Che ti riporta ad altri luoghi, ad un tempo che era quello di prima ed a un tempo che ineluttabilmente, presto o tardi, diverso, verra'...

Ci domandiamo come possa esserci arte in certi tempi bui. Io dico che si sopravvive alla guerra, come popolo e come civiltà perché Paplo ha fatto un Guernica. E che in pieno regime, si sopravvive grazie a un Boris che salva il suo tempo nelle righe dello Zivago. Perché i violini continuarono a suonare a Aushvitz, perché in Palestina continuano a essere coltivati i limoni e in Libano i cedri. Si sopravvive al Medioevo grazie al gotico, e nasce il rinascimento nella voglia di prospettiva. Passano anche gli squadroni della morte perché Anna scriveva il suo diario mentre i cani la cercavano in un palazzo. Fu Charlie a battere Mcarty con il suo piccolo vagabondo. E fu Orson a sconfiggere W. Hearst con la sua "rosa bella". Piccoli Davide che batterono i nostri Golia, e lo fecero per noi. ...

Alla fine di tutto, l'uomo in qualsiasi tempo sopravvive a qualsiasi periodo oscuro della sua storia grazie all'arte, e supera davvero l'oscurita' di un momento, quando lascia che sopravviva, messaggio per chi verra', la parte migliore di se' e del suo tempo.

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M
anche "i loro" erano "tra loro"...
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L
bella analisi, peccato che i nuovi golia siano tuttora tra noi...
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R
scrivere è catarsi, è liberatoria confessione dell'egomet,
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