un ricordo di Sergio Piro
Qualche giorno fa si è spento a Napoli Sergio Piro. Per chi non lo conosceva rinvio brevemente a questo link... http://www.videocomunicazioni.com/2009/01/09/addio-a-sergio-piro-padre-della-psichiatria-rivoluzionaria-italiana/ Non voglio ripetere - cosa che farei certamente peggio di molti altri amici e conoscenti - i molti articoli e le molte cose dette su di lui. I miei ricordi personali di Sergio e con Sergio restano "nostri" e in qualche misura certamente difficilmente trasmissibili... fatti di sguardi, di parole, di toni, di "accezioni ed eccezioni" soggettive. I nostri più recenti tre "incontri" sono stati attraverso la stupenda intervista fatta da Michele Rossena in "Napoletani sul lettino" che ho avuto il piacere di pubblicare, in occasione poi del trentennale dell'"Istituto italiano di Scienze Umane" di cui era presidente onorario - che cadeva in occasione dei suoi splendidi ottantanni... e il 25 ottobre, come molte cose, un pò per caso... Ero lì in uno di quei sabati in cui leggi i giornali della settimana a caccia disperata di "qualcosa da salvare" che giustifichi con te stesso i soldi che hai speso per tanta carta. E a pagina "XI" di Repubblica ti capita - a proposito del movimento studentesco di quei giorni - un titolo finalmente decentemente anomalo "Denuncio le colpe di chi c'era prima". Basta una firma "Sergio Piro" e sai che quello è un articolo che vale l'intero giornale - anzi tutta la settimana... e che conserverai.
"Vi sono nella storia momenti in cui, per chi ha intensamente partecipato agli svolgimenti e alle trasformazioni del periodo precedente - un periodo molto lungo - sono necessari il silenzio della riflessione, la critica dei propri e degli altrui errori, l'attenzione intensissima e paralizzante a ciò che senza posa continua ad accadere." Così cominciava un articolo in cui ti imbatti quasi per caso, e in cui prosegui... "la storia è più intelligente di te e non ha ambiguità semantiche o clausole metodologiche".
"Un pensiero molesto mi accompagna: ma se coloro che governano mostrano oggi il loro vero volto e il loro programma, com'è che la scuola era andata decadendo anche quando altri, meno reazionari, meno padronali, meno classisti, erano al governo? Perché l'attuale ministro della Pubblica Istruzione può presentare, per giustificare il suo piano di distruzione di una scuola democratica, una così lunga e realistica lista di disfunzioni che costituiscono un ottimo pretesto per procedere alle abnormi controriforme strutturali, programmatiche e culturali previste dalla legge in discussione? Com'è possibile che si voglia difendere quanto vi è di più solare nelle più avanzate legislazioni italiane, quando se ne è sabotata per vent'anni l'attuazione da parte i quegli stessi che l'avevano realizzata?"
"La crisi della scuola nel mondo occidentale è da mezzo secolo crisi di coscienza collettiva, trasformazione profonda del costume e della cultura, avanzata irresistibile della democrazia, contagio internazionale di una crescita grandiosa della cultura dei diritti umani, antitesi militante alla guerra, alla distruzione ambientale, consapevolezza iniziale ed oggi trionfante della nocività onnidistruttiva del capitalismo sregolato, spinta forte all'internazionalismo e all'unificazione politica della specie. ...ho deciso di rimanere alla manifestazione... in questa manifestazione ed in tutte le altre d'Italia vi è la coscienza irritrattabile del nostro diritto e della nostra ragione".
Ecco... a me mancherà Franco - mi mancheranno i suoi "pensieri molesti" e la capacità - divenuta ormai un fatto raro - di fare autocritica e di assumersi la responsabilità delle cose e delle scelte. Di persone così abbiamo bisogno - soprattutto in questa città... ...ed oggi invece siamo tutti un pò più soli perché ce n'è una in meno.
[il mattino 12gennaio2009]