Rapporto Italia 1 - L'Italia dei "contenuti digitali"
Si fa un gran parlare di innovazione tecnologica, di nuovi mercati, di tecnologie.
Se si dovesse guardare alla semplice "propensione" (più di interesse che di spesa) o alla "percezione" che delle nuove tecnologie abbiamo, come sistemi, contenuti, strumenti e applicativi, si potrebbe disegnare un mondo che in realtà non c'è.
Il nostro Paese si presenta con una tutto sommato buona diffusione e fruizione di internet, ma privo di una infrastruttura complessiva e di sistema che consenta grandi investimenti.
Il che si ripercuote sul mercato degli applicativi, che concretamente si traduce in "quelo che possiamo o non possiamo fare in rete".
Se guardassimo ad altri Paesi, scopriremmo non solo una diversa percezione e fruizione della tecnologia (meno attenta all'ultima moda, ma certamente più funzionale e alla ricerca della prestazione), ma soprattutto intesa come "strumento" per la fruizione di applicazioni e attività verso la cui richiesta ed esigenza sono molto più esigenti di noi.
Ogni altra considerazione la lascio alla valutazione dei due documenti allegati - che pubblico assieme per consentire anche un confronto sulla variazione dei dati
rapporto sui contenuti digitali 2009
rapporto sui contenuti digitali 2010
ricordandoci tuttavia che dovremmo essere tra i dieci Paesi più ricchi e industrializzati del mondo, e partendo dalla base che la nostra è un'economia basata sulle piccole imprese e sui servizi, per i quali, oggi, la rete e le tecnologie sono quello che alla fine dell'ottocento erano strade e ferrovie.