Facebook, (mezzo) decalogo delle cose da non scrivere
Vi ripropongo un "divertente" (ma non solo) articolo di Alessandra di Canossa su "usi e consumi" di Facebook. Credo che riflettere su certi "nostri" comportamenti possa essere un pezzo ella riflessione più seria e articolata sulla privacy e sulla gestione dei socialnetwork in generale.
Credo che a parte rari esempi di persone non avvezze alla tecnologia socialnetworkiana, abbiamo quasi tutti un profilo su Facebook. Un grande mezzo di comunicazione e interscambio – dico io – un mezzo per far sapere a tutti quello che facciamo sempre e comunque – sembra essere l’interpretazione di molti!
Lungi da me la lamentela o il giudizio nei confronti di quello che scrivono gli altri...in fondo la bacheca è tua e te la gestisci tu! Ma, caspita, ogni tanto ci sono delle notizie veramente interessanti, del tipo:
- In preda ad una lancinante influenza intestinale dalle conseguenze volgari – ma perché, da quando in qua l’influenza intestinale è stata mai educata o elegante? Adesso chiamo la Parodi e le chiedo di pubblicare il “bon-ton dell'intestino”
- Sono dal dentista, sono dal medico – e chissenefrega??? Ogni ulteriore commento pare superfluo.
- Sto facendo la spesa – ma dico, se stai facendo la spesa, una mano sarà sul carrello, un’altra mano starà tentando di prendere e pesare le verdure, il tutto mentre stai dando una culata alla signora di fianco che ti sta fregando l’ultimo pacco di insalata (andate all’Esselunga sabato all’1...vedere per credere!) e tu che fai? Come la dea Kali, cacci fuori un terzo braccio e hai l’irrefrenabile voglia di annunciarci le tue ultime mirabolanti avventure!
- Ore 20.00 – Sono a Casa – Ah sì? Veramenteee? Grazie di avercelo annunciato perché pensavo che invece di essere a casa a Milano, fossi a fare rafting sul Colorado con Fiammetta Cicogna!
- Giornata di cambiamenti/Novità in arrivo e affini – mettiamoci d’accordo, se hai l’irrefrenabile voglia di annunciarci delle novità come sembra, diccele, altrimenti (forse) riusciremo a sopravvivere ugualmente!
Tu sei lì, che stai facendo l’ennesimo report da 5 ore con la testa praticamente dentro lo schermo del computer e stai porconando in turco-kazaco perché, ovviamente, i conti non tornano. Decidi quindi di fare un giretto veloce su Facebook per “alleggerire” la tensione muscolare alla braccia e far riposare un attimo la preziosa materia grigia, e trovi una bacheca piena zeppa di commenti così e allora… con mestizia e scoramento, decidi che forse l’excel non era poi così male, almeno lui non posta commenti!