Buon Compleanno Italia
Avevo scritto questo articolo tempo fa, ai primi di maggio. Lo avevo lasciato lì, e lo avrei voluto pubblicare per il 2 giugno. Come si sa le cose si evolvono, cambiano, e ci sono eventi che si accavallano. Ed allora, tenendo conto dei tempi e di quello che è successo nel frattempo, mi sento di aggiungere qualche parola negli auguri a questa “bella signora”, che la Repubblica Italiana, che spesso bistrattiamo, come se non pesassimo a sufficienza le responsabilità di tutti, in questa che è e resta una “cosa di tutti”.
Ci sono state le stragi di civili in Siria, soprattutto di bambini, e questo ci dovrebbe ricordare le molte guerre, spesso fratricide, che hanno attraversato il nostro Paese. Ci sono state tornate elettorali, in cui come costume nazionale abbiamo usato toni eccessivi e non si è quasi pensato al fatto che in ballo c’era (come dovrebbe sempre esserci) semplicemente l’onere della gestione dei nostri comuni, e la scelta tra programmi e progetti differenti, e non tra nemici da annientare. C’è stato un terremoto, terribile, a più riprese, che ha colpito indistintamente ed ha ferito non una regione, ma tutti noi, se ricordiamo i tanti eventi simili che fanno parte – tragicamente – della storia di tutte le nostre regioni. E come sempre c’è stato qualche imbecille che ha augurato un terremoto ad altri, e qualche altro imbecille che ha messo in giro notizie infondate su cause inverosimili, e qualche sciacallo che si è anche inventato un’applicazione per cellulari (a pagamento) per prevedere le scosse, cosa che non esiste! Anche questa è stata un’occasione persa – ma non è mai troppo tardi – per riscoprire invece le ragioni, profonde, di un’unità che deve essere effettiva, e questa può esserci solo in termini di “vicinanza”, possibilmente anche nel semplice silenzio che qualche volta dovremmo fare tutti. In questo, ci metto anche chi si affretta a sapere tutto di terremoti e ingegneria per apparire, chi sul terremoto fa politica, dettando regole di condotta valide sempre per l’altra parte, e chi si affretta a fare distinguo, nei quali cade sempre dalla parte giusta.
Se riuscissimo a guardarci tutti un po’ più dall’esterno, e a fare un passo in avanti qualitativo nel vedere nella critica una risorsa ed un’area di miglioramento, nel trasformare lo scontro in confronto, forse, saremo sulla strada giusta per non farci manipolare dalla prima facile frase fatta e soluzione manichea di turno, che sempre ha portato allo scontro, e attraverso cui siamo stati governati per secoli in piccoli staterelli – ed oggi in piccole nicchie di piccoli partiti e correnti. …ed in questa ottica, se possibile, vorrei venisse letto anche il “pezzo” che segue.
Perché ha ancora senso il 25 aprile, e definirsi antifascisti oggi!
Ho letto di recente uno di quei link che considero deliranti. Per carità, viva la libertà di espressione... Ma proprio per questo mi va di replicare. Il link e' uscito il 25 aprile. Una sorta di decalogo che elenca quello che dovremmo o non dovremmo fare se siamo antifascisti, ricordando le "tante cose buone fatte dal fascismo". Certo, che un regime, ogni regime, abbia un'attenzione "particolare" alle istanze delle "masse" e' ovvio, come anche che in particolare Benito Mussolini, venendo da una formazione - di alto livello e di altri tempi - in uno storico Partito Socialista, ben conoscesse le istanze più forti della popolazione Italiana e vi abbia dato una "sua forma di risposta". Considero - non come deminutio ma come semplice contingenza - anche che data la situazione oggettiva in cui era l'Italia degli anni venti, beh, qualsiasi cosa fatta era migliorativa, ineluttabilmente. Ma sono anche di quelli che ritiene una conquista maggiore, soprattutto per la crescita sociale e collettiva di una nazione e di un popolo nel suo complesso, anche in termini di maturità e consapevolezza, il percorso repubblicano e democratico sui diritti civili (aborto, diritto di famiglia, divorzio, abolizione del delitto d'onore) e una riforma come lo statuto dei lavoratori (legge 300/70) che non una riforma, in teoria tecnicamente anche migliore, ma calata dall'alto e imposta con autorità e senza un pubblico dibattito e la libertà di espressione delle diverse opinioni, idee e posizioni.
Il link ci ricorda, come dicevo all' inizio, cose del tipo: se siete antifascisti non ritirate la pensione e la tredicesima, istituite dal fascismo, non andate nell'agro pontino, non adottate le agevolazioni fiscali e gli assegni familiari, tornate a lavorare 16 ore (!) , non andate sulla strada asfaltata e non prendete treni "rapidi"... Tutte cose introdotte in Italia tra gli anni venti e trenta. Come nel resto d'Europa, storicamente, e tecnicamente prima (logicamente) in quei paesi dove vi era un regime non democratico!
Nella straordinaria tautologia quanto ineluttabilità di questa logica, mi permetto allora liberamente di andare un po' avanti e in dietro nel tempo... E seguire la stessa disarmante logica di questi autori (che a beneficio collettivo trovate alla pagina facebook "fasci littori da combattimento").
Se siete fascisti non guardate la televisione "non di stato", anzi, solo "il primo canale". Se siete fascisti non abbonatevi alla televisione satellitare - tecnologia messa in piedi dai lanci americani e sovietici! Se siete fascisti, non comprate i giornali della "libera stampa", non partecipate a dibattiti "liberi", non scrivete "libri non censurati" e non usate internet e i socialnetwork (nati negli usa e non a caso censurati da ogni forma di dittatura). Se usate il bidè, prendete un treno, rivendicate le bonifiche fondiarie, allora prima di tutto definitevi borbonici. Se siete fascisti nel definirvi "contro i privilegi delle aristocrazie delle banche e della grande impresa"... Ricordate il salvataggio della Banca di Roma voluto dal sig.Mussolini. Se siete fascisti, nessuno di voi dovrebbe abortire, usare anticoncezionali, e a qualsiasi costo e condizione nessuno di voi dovrebbe separarsi o divorziare.
Ma soprattutto, se siete fascisti, dovreste rifiutare i diritti e privilegi delle libertà della costituzione repubblicana, in primo luogo quelle previste dall'articolo 21. Perché mentre Gobetti lo avete massacrato di botte, perché esprimeva le sue idee nel rispetto della legge che poi voi avete abrogato... Oggi a chi vi attacca, rispondete per primi innalzando gli scudi della costituzione... Quella che fa si che possiate comunque dire la vostra, senza che nessuno vi arresti o vi massacri di botte!
Ah, già. Dimenticavo un piccolo dettaglio. Che vi definite fascisti, e inneggiate al fascismo, perché nessuno di voi lo e'. Non lo può essere. Il fascismo e' stato un' epoca storica cominciata novant'anni fa, e finita settanta anni fa. Voi non siete figli di quegli anni, non avete conosciuto ne' visto ne' vissuto la fame dei primi anni del '900, non sapete cos'è non avere un diritto sindacale, non avere una tutela sul lavoro... ...voi siete figli del boom economico figlio della ricostruzione del dopoguerra e di tutto quanto e' contro l'idea stessa di totalitarismo - pur tra le mille storture, deviazioni, difetti, incongruenze e ingiustizie sociali.
Ed anche se mai voi diveniste maggioranza, grazie alle libertà sancite da una costituzione che abolireste, io continuerò a difendere quelle libertà che voi avete, e di cui mi privereste volentieri. Perché e' facile amare la libertà con chi la ama come te. E' prova di amore per la libertà riconoscerla e difenderla anche e soprattutto verso e quando chi la pensa diversamente da te ti fa ribollire il sangue nelle vene per come la manipola.