Nuova matematica da governo tecnico
Scuola elementare: uno meno uno quanto fa? E uno più uno?
Più difficile: uno, meno uno, meno uno?
E ora: meno uno, più uno, meno uno, più uno… quanto fa?
Non è chiaro vero? O è troppo facile?
No, perché per mettere insieme questa formula matematica, ci sono voluti dodici ministri plurilaureati, e mediamente docenti universitari, e uno dei massimi economisti mondiali, Mario Monti.
Vediamo il meccanismo.
Meno 1 – la percentuale di taglio della aliquota irpef. Ovvero se con un reddito di 20mila euro (lordi) pagavate 4.600 euro di tasse, ora ne pagate 4.400. Sin qui? Ci siamo? No perché è importante non perdere questi passaggi. Sin qui pagahiamo 200euro in meno di tasse.
Più 1 – il contestuale (giugno 2013) aumento dell’iva. Sia sui generi alimentari (da 10% a 11%) sia su tutti gli altri beni e servizi (da 21 a 22%). Quindi se da domani spendiamo mediamente in un anno 15mila euro, con un’iva aumentata di un punto spenderemo circa 150euro in più.
Facciamo finta che sia così, perché non è vero. Spenderemo dippiù. Dato che benzina, servizi, forniture e fornitori anche loro spendono l’1% in più, gli economisti sanno che un punto di iva porta ad un aumento dei prezzi reali del 3%. Ma questa ve la risparmio.
Il secondo meno 1 – il taglio di quanto lo Stato versa alle regioni, per la voce ad esempio “istruzione” e “sanità”. Quindi “voi” ricevete almeno un 1% in meno di servizi, beni e prestazioni, di vario tipo: taglio della merenda in ospedale, qualche farmaco in meno sul ricettario, un giorno in meno di mensa alle elementari… cose del genere. Che si traducono – ad esempio – in qualche euro in più che pagano i cittadini. Che si somma a quell’aumento dell’iva di cui sopra. Una stima? Circa 100 euro in più a testa, e sulla testa di chi ne ha più bisogno.
Dato che le amministrazioni periferiche già non hanno risorse, perché nel tempo lo stato gli ha trasferito pro quota debiti e oneri, attività da fare, e non certo in uno stato di salute iniziale ottimale, e i soldi glieli dà sempre meno e con il contagocce, è probabile (certo direi) che aumenteranno dell’1% la propria “addizionale regionale irpef”. Il governo avrà tagliato, e le regioni, saranno le cattive che aumentano. E torniamo all’ultimo “più uno”.
Ora, io mi fermo alla matematica delle classi elementari, e mi chiedo… Ma conviene? E poi mi chiedo, ma ci volevano questi geni per partorire in sette ore questo “problemino da terza elementare”? E poi – con ormai il mal di testa – mi chiedo: ma perché nessuna insegnante delle elementari lo spiega questo problemino ai “piccoli cittadini italiani”?
In una democrazia, governa chi ha una maggioranza. Controlla, in maniera puntuale, chi sta all’opposizione. E chi sta all’opposizione, oltre a vigilare, ha il compito di spiegare il rovescio della medaglia delle scelte di chi governa, e in questa ottica se può, le migliora. Facile a dirsi, ancor più quando te le spiegano a scuola. Quello che non ti dicono – perché potrebbe sembrarti assurdo quando sei ragazzo – è quello che succede quando non c’è un’opposizione. Perché, da ragazzo, nell’irruenza dell’adolescenza, tu diresti “ma questa non è una dittatura”. Poi comprendi che le cose sono più “complesse” o meno semplici, a seconda dei gusti. E comprendi che spesso… è solo ignoranza. E che la vera opposizione in un paese la fanno “gli intellettuali”. A meno che… non abdichino per convenienza, posto, denaro, alla propria funzione. Ecco, io credo che questa piccola lezione di matematica dovrebbe competere non a un blog, ma a chi sta all’opposizione (se c’è) o alla categoria degli “intellettuali”.