I 20 punti di Grillo: venti spot, un unico prodotto
Ho ascoltato molte cose interessanti alla web radio a 5 stelle: devo dire un po’ a cavallo tra radio propaganda e un programma di satira – ma ed anche questo è un modello, se non nuovo, almeno “differente”, e certamente molto lontano da come i partiti tradizionali propongono i tempi politici. Mi ha colpito tra i molti temi il mantra – ripetuto ciclicamente quasi come uno spot – che “il movimentocinquestelle è l’unico che ha un programma elettorale”, in cui si aggiungeva un tema però molto serio e interessante, infatti la frase continuava “…in cui tutto è interconnesso, cioè lo sviluppo è collegato alla sostenibilità, che è collegata al lavoro ed all’economia…” ecc.
Qui veniamo ad un punto saliente e secondo me centrale della campagna immaginata e realizzata da Grillo e gestita tecnicamente da Casaleggio. Su questo punto ci tengo a una differenza sostanziale dei ruoli. Io credo che questo modello comunicativo sia frutto dell’esperienza “di palco e tv” di Grillo, che ben conosce i tempi e i modi delle curve di attenzione e degli spot, i tempi della battuta, i toni per trascinare… Casaleggio – che bene ha fatto a non parlare, perché il suo ruolo è un altro – altro non ha fatto che tradurre e trasportare tecnicamente queste cose nell’unico canale che aveva, il web. lo ha fatto magistralmente con un uso nuovo di youtube, creando dei veri e propri tihink-thank paralleli (cadoinpiedi, tzetze etc) ed introducendo nella politica qualcosa che non le apparteneva: consapevole che contenuti unici diventano mono-toni, ha aperto il sito di un leader politico (perché tale è) a “più voci”, attraverso i passaparola, le interviste, contributi esterni, facendo passare l’idea che quello on fosse il sito di uno, ma uno spazio per tutti – ed anche qui introducendo e rimarcando una differenza formale e sostanziale con gli altri leader.
Che dobbiamo e dovremo anche fare i conti con questa nuova sintassi della comunione politica è un fatto, che questa sia innovativa meno: ciò che dovrebbe lasciare attoniti per arretratezza è invece dover ricordare che tanti (spesso giovani) parlamentari e politici (soprattutto di centrosinistra) si sono vantati per anni di “essere andati in America a studiare le campagne elettorali presidenziali”, e la domanda sorge banale – più che spontanea – “e non avete imparato niente”?!
Grillo era consapevole di alcuni fatti che è bene precisare, e che trovano una diretta corrispondenza nella sua conoscenza del pubblico televisivo e delle piazze: la eterogeneità e l’origine dell’aggregazione. Non si è mai sognato di dire e men che meno di pensare di rappresentare questo o quel ceto sociale, quella categoria economica, quella fascia di istruzione o di età. Grillo era consapevole che l’attrattore era la protesta, e che ciascuno dei suoi elettori era diverso, portatore di interessi differenti, e che – di conseguenza – era impossibile scendere nel merito o immaginare un solo dettaglio del suo programma: si doveva in altre parole procedere per titoli graditi a tutti e per spot. Ed ha avuto il colpo di genio di creare un “filo di continuità” tra uno spot. E’ stato immaginare una campagna che invece di proporre e vendere un singolo prodotto, uno alla volta, di una singola casa/marchio, vendesse tutti i prodotti “insieme” in realtà per vendere la casa madre, ovvero il marchio. Anche questa “non è nuova”, ma ciò che conta è che lo è per l’Italia, ed anche questa è una cosa che da noi nessuno ha mai fatto.
Adesso però il momento del voto è finito, il prodotto è stato acquistato (per rimanere nella metafora pubblicitaria) e bisogna vedere nella confezione cosa c’è e se è efficace. Facciamo una premessa: Grillo, come tutti, sapeva e sa che on avrebbe dovuto realizzare nulla di tutto questo! Quello che però Grillo sapeva bene è che questi messaggi dovevano passare ed essere rilanciati senza confronto e contraddittorio, proprio come negli spot, almeno se volevano essere efficaci. Quello che altrettanto sapeva bene è ciò che mancava agli altri candidati: il sogno, una “utopia” di lungo periodo”, e lui è stato l’unico a “venderla” (magistrale alla CNBC: “questo non è un programma per domani, ma un sogno di un mondo diverso, forse utopistico, da realizzare in vent’anni”).
Proviamo a vedere nella confezione, facendo lo sforzo di non scordare tutto il resto del ragionamento. Dividiamo per blocchi: - Reddito di cittadinanza - Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa - Legge anticorruzione - Legge sul conflitto di interessi - Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato Tutti titoli accattivanti, ma nessuno declinato e spiegato. Reddito di cittadinanza: quali differenze con il sussidio di disoccupazione, quale copertura finanziaria, cosa si fa nel frattempo, come riformi il collocamento, come bilanci gli effetti di mercato, su quali bilanci incide, quali organi dello stato lo erogano, come e quali i requisiti di accesso… Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa: quali? Fiscalità di vantaggio, gabbie salariali, commesse pubbliche, abolizione di imposte, se si quali, accelerazione dei pagamenti, se si come e con quali risorse… Legge anticorruzione - Legge sul conflitto di interessi: quali ne sono i contenuti? Esistono già delle norme, dove e come si modificano, qual è l’idea, aumento delle sanzioni penali, pecuniarie, sistemi di controllo e verifica, accelerazione dei processi…? Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato: bene, torniamo ai colleggi? Primarie ovunque? Disciplinate per legge? Sistema con le preferenze? Singole o multiple? Sistema proporzionale o maggioritario? Recuperi e correttivi?
Secondo blocco: - Abolizione dei contributi pubblici ai partiti - Istituzione di un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi 20 anni - Referendum propositivo e senza quorum - Referendum sulla permanenza nell’euro - Obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese - Massimo di due mandati elettivi - Eliminazione delle province - Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica - Abolizione dell’IMU sulla prima casa - Non pignorabilità della prima casa - Abolizione di Equitalia Anche qui in nessuna di queste proposte si scende nel merito o si indica la copertura finanziaria, o peggio ancora non si dice esattamente quale sarebbe la cifra da destinare. Il punto centrale di questo blocco è uno solo: non dare risposte, ma essere LA risposta al malumore di pancia delle persone. Se abolisco Equitalia, significa che se uno non paga le imposte o le multe non c’è un soggetto delegato alla riscossione? E se gli cambio il nome cambia la sostanza? Ma è chiaro che se indico cosa cambiare non ho lo stesso effetto spot in termini di efficacia. Non pignorabilità della prima casa: premesso che la casa si ipoteca, e non si pignora, se non si può fare un’ipoteca sulla prima casa, le banche i mutui per una seconda o per un prestito di ristrutturazione, come te lo concedono? (a meno che l’idea non sia che ai mutui hanno accesso solo coloro che hanno più immobili). Perché il “politometro” solo per i vent’anni precedenti? Perché non farlo anche “da oggi”? come lo si fa, quali le sanzioni, i dati dove confluiscono, compatibilità con la privacy, …e potremmo continuare…. Mi chiedo poi come si possa creare una classe dirigente con due mandati in consiglio comunale e poi non puoi più ricoprire cariche elettive, anche se sei bravo e onesto. Mi chiedo la coerenza tra l’abolizione dei fondi pubblici ai partiti e il far firmare ai tuoi candidati che “i fondi dei gruppi camerali vadano direttamente alla Casaleggio” o se non siano contributi pubblici anche quelli per i gruppi consiliari… se poi si parla solo dei rimborsi elettorali “ex-post” allora mi rendo conto che non si può dire perché sarebbe “meno efficace” e meno generale e generico. …e più o meno lo stesso si può dire sugli altri punti, ovvero ciò che suona bene alle orecchie delle persone…
Terzo blocco – molto delicato perchè riguarda direttamente il sistema della comunicazione e dell’informazione: - Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti - Abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali - Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza - Informatizzazione e semplificazione dello Stato Grillo non parla delle tv commerciali, non parla delle concessioni pubbliche, non dice come spezzetta la Rai, non dice chi nomina e come i vertici dell’unica tv pubblica, non dice come mette mano al sistema della raccolta pubblicitaria, se ne prevedere tetti o limiti, non dice come rimodula il sistema della distribuzione e diffusione della stampa, non dice come e con quali risorse “informatizza e semplifica” lo Stato – forse non tenendo troppo conto che siamo un paese anagraficamente vecchio e fortemente multietnico, e che un eccesso di tecnologizzazione priva di fatto di accesso alla fruizione dei diritti le parti sociali più deboli, povere, emarginate e meno alfabetizzate della società. Cogliamo che però se sei straniero, turista o immigrato a te la rete è preclusa perché quella è “per cittadinanza”, anche se nel mentre l’idea è si spostare genericamente in rete servizi pubblici ed essenziali.
Condivisibili o meno i singoli spot, ciò che resta nella sostanza del giorno dopo è che ciascuno di questi concetti a seconda di come li declini spostano l’asse, anche delle simpatie e del consenso. Tutti sappiamo che tenere tutto insieme è e sarà impossibile, e questa sarà la duplice sfida comunicativa: per Grillo nel restare nello spot che tocca la pancia delle persone, negli altri, a rendere concrete le istanze generiche valide e condivisibili e soprattutto a mostrare e comunicare la differenza tra un semplice titolo e lo svolgimento del tema. Ma il non cogliere il nuovo modello di comunicazione introdotto e declinato in questi ultimi tre anni rischia di far percepire ogni altro partito politico come, in sé, vecchio, al di là di ogni sostanza.