Un anno, molti anni
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[la mia foto del 2013 è "Gli alberi di Taksim" - in cui in quella piazza eravamo tutti noi]
Ogni fine anno è tempo di bilanci. Non c’è un motivo preciso per farli, è più tradizione che altro, dal momento che domani “la vita continua” con le cose che ci siamo lasciati oggi. Lo simboleggia bene il cenone di capodanno, con i piatti da lavare il giorno dopo.
Ma sarà che sono giorni tutto sommato di festa, e abbiamo un po’ di tempo in più, ciascuno di noi prova a raccontare il suo anno, per trattenere, come sempre accade, i momenti migliori, e segnare quelli più importanti.
Il mio 2013 è stato decisamente più anni in uno.
C’è l’anno social, che mi ha visto riscoprire Twitter, su cui avevo un account dimenticato e che in un anno mi è esploso tra le mani a circa 45mila follower. Che ovviamente non posso ringraziare uno ad uno per avermi accompagnato, ma è un po’ come se lo facessi. Me è anche stato l’anno in cui ho messo molto ordine, ho ripreso cose sparse e rifatto integralmente il mio blog, raccogliendo tutto, o quasi, e cercando di collegare tutto insieme.
È stato l’anno delle televisioni, in cui mi sono divertito per carità, ma che mi hanno aiutato molto a riflettere sulla grande responsabilità che ci vuole nello gestire questo strumento. Ci siamo visti a Piazzapulita, Agorà, Unomattina, RaiNews, Fuori dal Coro, e ovviamente Blogo con Antonello Piroso, che è diventato un appuntamento mensile fisso. E soprattutto tanta tanta Radio, che mi è piaciuta molto, perché la radio ti aiuta a pesare e riflettere sulle parole più ed oltre le immagini, e questo è qualcosa che dobbiamo, tutti, riscoprire: KissKiss con Dario Cassini, Caterpillar, Radio Città Futura, Radio Roma Capitale, Radio IRIB.
È stato l’anno di tre nuovi ebook, ma soprattutto degli editoriali su l’Unità, dell’inchiesta sul Datagate e del grande spazio dato al web e alle tematiche della rete che abbiamo cercato di rendere fruibili su un quotidiano, nei limiti di spazio tipici spesso superati. E il mio doveroso grazie va a Claudio Sardo che mi ha proposto questa collaborazione, a Roberto Rossi che mi ha affiancato, e a Luca Landò che da nuovo direttore ha continuato a dare ampi spazi al web sul giornale.
È stato anche l’anno di nuove sfide, di mettere molto ordine nella vita lavorativa, di focalizzarsi su alcuni progetti, e di realizzare alcune cose che vedrete nel nuovo anno. Cinque nuovi siti di applicazioni e strumenti social di condivisione e monitoraggio, in cui abbiamo messo (quasi) tutto quello che abbiamo imparato. Ma le scoprirete presto, una ad una.
Ecco, nel nuovo anno ci portiamo tutto questo, lo studio degli anni precedenti, il lavoro di progettazione di quest’anno che vedrete nel 2014. Ed anche questo è il segno che le cose che fai sono figlie di quello che avevi fatto prima e che devono anche essere pensate per quello che verrà dopo. Riguarda la vita lavorativa, ma dovrebbe riguardare la vita ingenerale. Perché le cose importanti sono quelle che hanno radici, e che sono pensate per andare oltre l’oggi.
Ma è stato anche l’anno delle primarie Pd, l’anno dell’esplosione dei populismi, l’anno della radicalizzazione dello scontro in rete: anche questo ho cercato di raccontare sia online che sul giornale; qualcuno lo ha confuso come “antigrillismo” ma vi svelo un segreto: a me di Grillo, di Casaleggio, non me ne frega proprio niente, non li considero né avversari né tantomeno nemici; quelle che avevo ed ho a cuore sono le persone di questo paese, ed una riflessione più ampia e generale sui populismi e sui radicalismi che possono facilmente fare presa in una società “in crisi”.
Che si chiamino Albadorata, Forza Nuova, Forconi Movimento5Stelle, che si chiamino Grillo, Calvani o Mario Rossi mi interessa poco.
Mi preoccupano le persone e la faciltà con cui possono facilmente credere a parole vuote e banali facendosi trascinare nella parte più bassa della politica: quella dove i capipolo usano la disperazione delle persone per “prendere il potere”. Perché i problemi non sono né semplici né banali, e non è una banalizzazione che migliorerà la qualità della nostra vita comune e individuale.
L’anno che verrà sarà come questo. Sarà un anno difficile e di trasformazione. Sarà un anno in cui al paese toccheranno numerose tornate elettorali, scelte difficili, riforme dure.
Sarà un anno in cui qualcuno cercherà di radicalizzare gli scontri, sperando si salire facendosi scala sulle spalle delle persone più disperate. Sarà un anno in cui la politica seria e le misure utili avranno grandi difficoltà a trovare spazi e ad essere comprese.
In questo anno ho reincontrato vecchi amici e incontrato nuovi compagni di viaggio: ecco è con loro che riparte il nuovo anno, il nuovo viaggio in questo paese per ascoltare, conoscere, capire, dialogare e ragionare insieme. Sarà un anno , almeno per me, dedicato ai ragazzi, alla consapevolezza della rete, alla conoscenza degli strumenti di dialogo e confronto nell’era digitale, per aiutarli a comprendere come un uso sano, non tossico, del web, può davvero aiutare a “stare insieme”, a farci incontrare e confrontarsi sui temi che ci stanno a cuore, a creare gruppi di persone che si attivano e possono dal basso proporre soluzioni, idee e creare “la buona politica”.
Sarà un anno di formazione, in cui cercherò di dare il mio contributo nel non lasciare il web in mano ai manichei e ai radicalismi, ed in cui proporremo soluzioni nuove semmai importate da lì dove il web aiuta davvero la politica e ad organizzare le campagne elettorali.
Mi porto nel 2014 le inchieste “lunghe”, quelle ci vogliono mesi per scriverle. Si perché un’altra cosa che dobbiamo insegnare ai giovani è che Google aiuta e facilita la vita, ma le informazioni, i riscontri, il metodo di ricerca, il fare i collegamenti tra cose che apparentemente non ce li hanno…
C’è l’inchiesta su Spamhouse, e sullo spam e il phishing in generale.
C’è il mio libro sulla “Facebook Generation” e quello sul Razzismo.
E poi c’è l’inchiesta sul “cosa si muove al di sotto della primavera araba”, che sto per concludere.
Insomma, un altro anno in cui, per chi vorrà, avremo molte cose da raccontarci e su cui confrontarci assieme.
E poi c’è l’anno delle relazioni umane, interpersonali.
Ecco, quelle ci accomunano tutti, ciascuno in maniera speciale e individuale, e quelle afferiscono alla sfera più intima e preziosa di ciascuno di noi. Quelle, se permettete, è doveroso e saggio che ciascuno le tenga per sé, in un luogo in cui la condivisione non può che essere personale.
Il mio augurio per questo nuovo anno è che ciascuno di noi riscopra questa sfera preziosa di se stesso, e che la coltivi, e che gli dia cura, come la cosa e il luogo più importante della sua vita.