Dai Beppe dimmelo ancora che mentivo
Una delle cose più normali che accadono a chi scrive di vicende relative al Movimento 5 Stelle, è che se quel contenuto non è gradito, vieni insultato. Quando poi affermi cose un pò più serie, allora dall'insulto si passa alla messa alla berlina, alle minacce, e tutti quei bei comportamenti che abbiamo imparato a conoscere. In generale tuttavia c' una costante.
Menti. Sei pagato dalla casta. È la macchina del fango. Ti sei inventato tutto. E cose simili.
È un copione. Studiato, riutilizzato, funziona come un orologio. Ti basta pubblicare qualcosa su un blog, su twitter o facebook, e i primi dieci commenti sono così. Provare per credere.
E allora dopo mesi che ho scritto cose che secondo i pentastellati ultras erano "acriticamente e adubbiamente" false, ecco qualche fatto – che però smentisce loro e non me.
"Un mostro si aggira per l'Europa. Si chiama euro. Chi lo ha frequentato è finito spesso in miseria. Interi Stati sono diventati debitori di una banca, la BCE. Se non paghi, al posto del mafioso, arriva la Troika, che è molto peggio. L'Europa politica si è trasformata in un incubo finanziario. Le nostre vite, dal mutuo della casa, alla caccia al cormorano, sono decise altrove da funzionari sconosciuti. Un'Europa surreale, comica, insostenibile che nessuno ha mai raccontato".
Una citazione da un comizio? No, un pezzo dello spettacolo teatrale dal titolo "Te la do io l'Europa", il nuovo one-man-show di Beppe Grillo, che sta già raccogliendo sold-out grazie al tam-tam dei suoi fan, accoliti del movimento 5 stelle (ovviamente produzione Casaleggio Associati e prevendite via web).
Lo spettacolo andrà in scena ad aprile nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni europee, e ha quindi anche un chiaro scopo persuasivo. Il tour prevede al momento le seguenti tappe: il primo aprile a Catania (Palacatania), il 3 a Napoli (PalaPartenope), il 5 ad Ancona (PalaRossini), il 7 a Milano (Teatro Linear4Ciak), il 10 a Bologna (Unipol Arena), l'11 a Padova (PalaFabris), il 12 a Firenze (Mandela Forum), il 14 a Roma (PalaLottomatica); il costo dei biglietti parte da 20 euro per spingersi fino ai 33.
Il 12 giugno 2013 su l'Unità scrivevo "Grillo ci sta lavorando. Sta scrivendo, prepara testi nuovi e probabilmente dopo l’estate dovrebbe iniziare un vero e proprio giro nei teatri. “Che bello, quando queste piazze le riempivo sempre a pagamento, che nostalgia…” è frase ricorrente in tutti gli ultimi discorsi elettorali a sostegno dei 5 stelle." e non sono mancate le ormai note e consuetudinarie piogge di insulti negazionisti, che gridavano alla "macchina del fango" alla "menzogna dei giornali schierati" e inneggiavano a un Beppe votato alla causa, che non si sarebbe mai fatto pagare.
Il 6 luglio 2013 tornando sull'argomento scrissi "L’unico obiettivo per Grillo sarà consolidare un risultato non troppo lontano dal 15% alle europee. Elezioni in cui nuovamente conta il simbolo e la leadership più che i nomi, ed in cui un tour può fare proseliti. Riciclando in chiave antieuropea la retorica della casta. Nessuna alleanza, Europa affamatrice dei popoli, l’euro la iattura dei mali nazionali, le lobby e le caste europee riunite in un’abile cospirazione massonico-finanziaria, e lui unico baluardo." Anche in questo caso non sono mancati gli insulti e le accuse di aver inventato tutto di sana pianta. A rileggere oggi quegli articoli era già tutto scritto, ed evidente, tranne agli ultras che ciecamente seguono, ossequiano e difendono il capo, a capo chino.
Come da mesi cerchiamo di raccontare, l'idea di Grillo è quella di un gruppo unico con i partiti euroscettici, dalla Spagna alla Gran Bretagna, sino ad Albadorata in Grecia ed al Fronte Nazionale della Lepen in Francia, probabilmente stesso gruppo cui aderiranno anche gli europarlamentari della "nuova" Lega Nord. Unico collante? L'Europa affamatrice dei popoli, l'euro come nemico responsabile di tutti i mali. E c'è da aspettarsi che a Bruxelles i pentastellati "a dodici stelle" metteranno in scena atteggiamenti simili a quelli che stiamo vedendo in parlamento in questi giorni.
Quanto invece ai contenuti della campagna elettorale, per conoscere il programma di Grillo basterà pagare il biglietto.
P.s. Se qualcuno ha tempo e voglia spieghi a Beppe che la politica e i bisogni delle persone non sono un show teatrale, nè in democrazia c'è spazio per gli one-man.
E in questi mesi non è solo questo il tema su cui, ad aspettare, io avevo ragione e loro torto.
Parliamo del decoder? Già, che non è un decoder ma anche loro nel video che mi attacca lo definiscono decoder. Almeno mettiamoci d'accordo sui termini.
Parliamo del "Grillo non ci tiene ai soldi e non guadagna certo dalla pubblicità".
Mentre quello che sostenevo, e che ancora sostengo, è che sia una macchina complessiva che porta audience. Che ha bisogno di comunicazione violenta e massimalista. Che deve inseguire i toni alti, sempre e comunque, per essere ripresa e rilanciata. Una comunicazione tesa ad avere "le luci e il pubblico". Come in uno show: il palco i mass media, il pubblico l'Italia, la star una sola.
Una macchina tutto sommato semplice che deve ottimizzare i guadagni derivanti dagli accessi. È per questo che il movimento è "un pezzo" del blog. Per questo non ci sarà mai una piattaforma indipendente. Per questo i vari sondaggi, le varie consultazioni, le registrazioni sul sito di Beppe nazionale. E questo a qualunque costo. Anche a costo di creare immagini false pur di fare scalpore e attrarre pubblico.
Non è vero? Strano. Perché oltre questi fatti, anche lo streaming della tanto declinata trasparenza, le dirette e le trasmissioni dei parlamentari – che paghiamo realizzate con soldi nostri, perchè con i fondi dei gruppi parlamentari – non sono visibili se non ti sorbisci anche una bella quota pubblicitaria. Che va a Beppe, alla Casaleggio, non certo al Movimento.
Dico queste cose per revanscismo?
No. Non scrivevo queste cose all'epoca perché al soldo di qualcuno, e non continuo a farlo oggi per narcisismo sadico. Le ripeto – e lo farò sinché riterrò sia un bene farlo – perché essere di parte è un bene, e fa bene, ma avere i paraocchi e essere acritici, non fa bene a nessuno. Soprattutto fa male al paese.
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