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Michele Di Salvo
02 May

Tra Usa e Russia a Kiev la terza via passa dal web

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Ucraina, Kiew, web, socialnetwork, USA, Russia, cyberutopismo, hacker, WeUa

Tra Usa e Russia a Kiev la terza via passa dal web

Si chiama Bogdan Oliyarchuk, venticinque anni, ed è il fondatore di WeUa.info, primo social network ucraino. Mentre per le strade del suo paese si respira non solo un'aria da guerra civile, sul web si diffonde un appello "We want peace".

Bogdan presenta il suo sito con lo slogan "We live for Ucraine", noi viviamo per l'Ucraina. Un portale immaginato oltre un anno fa con il proposito di "unire tutti gli ucraini nel mondo". Come ha scritto sulla sua pagina facebook "abbiamo un sacco di programmatori, di talenti, che lavorano all'estero, per Facebook, per Google, ho pensato: perché non fare un social network tutto nostro?". Con il suo team ha messo online una versione beta con mille iscritti. L'obiettivo era "mettere insieme persone" per lavorare ad un progetto comune. Fino a quando la cronaca non ha prevalso sui tempi din una giovane start-up che aveva l'ambizione di "mettersi in mezzo" nell'europa dell'est tra l'occidentale Facebook e il suo omologo russo Vkontacte . Prima gli scontri a Maidan poi la Crimea hanno spinto gli ideatori di WeUa a cambiare i propri programmi e ad aprire il sito a tutti i connazionali. "Durante le manifestazioni di Maidan cui abbiamo partecipato attivamente abbiamo visto quanto sia importante per noi avere un posto, su Internet, che nessuno possa controllare. Stati Uniti, Cina e Russia hanno queste risorse e noi potevamo scegliere se unirci a loro o costruirle per conto nostro".

Come riferisce il sito Mashable, sono stati numerosi gli attacchi DdoS (distributed denial of service) contro il sito dei giovani programmatori ucraini, che hanno messo fuori uso i server e impedito il lancio pubblico del social network fino al nove aprile scorso. Problema per ora risolto e alla rete, come silegge nella pagina Facebook del giovane fondatore, si può accedere tramite inviti. Una soluzione anche questa adottata per impedire "infiltrazioni esterne". Occorrono infatti tre inviti di tre persone diverse già presenti nel social network per poter accedere e creare un proprio profilo.

Poteva essere un ostacolo alla crescita del social network e invece dai primi mille utenti inziali, dopo il 10 aprile oggi sono già oltre 62mila le persone, tutte ucraine, che popolano e dicsutono sulle pagine di WeUa.

Le ambizioni sono però più estese: nessun limite geografico alla piattaforma e un sistema di crittografia in grado di non far leggere dall'esterno i messaggi degli utenti. Sul primo fronte invece è di ieri la notizia dell'apertura del gemello bielorusso. Sul secondo fronte non mancano le risorse interne, perchè i programmatori ucraini sono considerati tra i migliori al mondo in questo campo, al punto che sono ucraini proprio i crittografi ad esempio di gmail e di facebook.
Non c'è il governo dietro questa iniziativa, non ci sono posizione politiche nè partitiche, ma semplice spirito nazionale di una generazione consapevole di avere conoscenze e capacità organizzative e strumenti nuovi, di avere contatti transnazionali, e che attorno ai temi della pace non mancano attivisti pronti a "dare una mano".

Lo dimostra la campagna di lancio del portale, 'dolci messaggi dai bambini ucraini' video e una marcia in cui la parola era lasciata ai bambini, le cui foto sono state anche pubblicate su Facebook. Un'iniziativa che va oltre il sito web e si affianca a un'attività benefica. "Si chiama 'Heavenly Heroes', eroi del cielo: i nostri artisti esibiranno le opere che hanno per oggetto questo tema e tutti i fondi raccolti andranno alle famiglie dei morti durante gli scontri in piazza Maidan, lo scorso 18 febbraio".

Nello scenario statico di una guerra geopolitica per blocchi contrapporti – tra oriente e occidente – nello stile della guerra fredda del seconolo scorso, i giovani dell'Europa dell'est, nati anche anagraficamente dopo la caduta del muro di berlino e il crollo dell'URSS sembra vogliano disegnare una "alternativa terza". In un web che sembra riprendere quel modello con le antitesi tra socialnetwork russi e americani, loro mettono insieme le proprie competenze per creare una terza via nel web, fare rete, comunicare, e "tenere costruttivamente gli altri fuori". Un modello sinora "non previsto" né concepito, ma che rischia di far crollare i teoremi dello scontro tra titani e dl cyberutopismo americano, per lasciare spazio a nuove forme di aggregazione ed organizzazione.

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