Grillo M5S «Vigliacco chi istiga all’odio e poi condanna le violenze»
Ieri Beppe Grillo mi ri-nomina (una rarità nel suo genere!) per la seconda volta "giornalista del giorno". Lo fa per un pezzo molto lungo – oltre 9000 battute – in cui trova da eccepire solo su queste 105 parole: "né per la Rai il presidente della Commissione di Vigilanza pentastellalto e fedelissimo Fico ha proposto nulla di concreto, né per i giornali un gruppo di poco meno di 200 parlamentari tra Camera e Senato ha proposto alcuna legge di riforma del sistema editoriale, che consideri l'eliminazione del finanziamento pubblico, ma anche riveda – semmai – il sistema complessivo della distribuzione e i tetti e i cartelli della raccolta pubblicitaria. Già, conviene ripetere che siamo al 68° posto per libertà di stampa e accusare di complottismo chi fa informazione che non mettere mano ad un settore con competenza anche perché quella non la puoi inventare."
Mi spiace deluderlo ma non c'è nulla da rettificare.
Come ho scritto, non serve "una qualsiasi legge sull'editoria", ma una seria, che preveda anche di mettere mano a distribuzione, tetti pubblicitari e aggiungo concentrazione. Perché se si toglie solo un pezzo (il finanziamento pubblico) in un sistema sbagliato e con poche regole (il nostro) si mina fortemente solo il pluralismo, per altro principio costituzionalmente garantito. Le frasi, soprattutto quelle scritte, vanno lette interamente – frase principale e secondaria – a meno di non voler manipolare i contenuti, cosa che mi pare Grillo faccia adeguatamente spesso.
E tuttavia poco prima nello stesso pezzo avevo scritto: "continua in questi giorni ad allungare la sua lista di proscrizione, in cui prima c'erano solo giornalisti, mentre adesso ci sono anche blogger, registi, fumettisti del giorno." e proprio il 30 a seguito delle continue istigazioni di odio qualche sedicente pentastellato si è reso tristemente protagonista di atti di violenza fisica nella redazione del SecoloXIX di Genova. Credo abbia poco senso prendere le distanze dal gesto – a parole – e continuare a instillare un clima d'odio indistinto verso chiunque dubiti e dissenta.
Quanto si ha un ampio seguito se ne deve essere responsabili anche nelle parole e nelle espressioni che si scelgo di usare, perché è troppo facile (e tendenzialmente vigliacco) prendere le distanze solo dalle azioni che qualcuno – per indole personale o per il caldo – può compiere: quelle azioni sono i semplici effetti di quelle parole, e ciascuno se ne dovrebbe assumere con chiarezza la responsabilità, se non penale quanto meno politica e morale.
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