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Michele Di Salvo
18 Feb

La Stanza Stupida - di come la rete può deformare la percezione della realtà

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  web, social, socialnetwork, comunicazione politica, comunicazione digitale, case history, internet, in evidenza, informazione

La Stanza Stupida - di come la rete può deformare la percezione della realtà

[La stanza stupida - ebook]

Il web viene visto spesso come una ragnatela.
Nell'idea dei cyber-utopisti questa ragnatela è perfetta, perfettamente connessa in un'architettura di punti e linee senza sbavature. Un web salvifico in cui prospera libertà, democrazia e pace, e un internet come arma per abbattere ogni dittatura, dispotismo e portare libertà.
Questa ragnatela in realtà è tutt'altro che perfetta.
Le sue linee hanno tutte lunghezze differenti, molti collegamenti saltano e sono imprecisi.
L'idea per cui "il web diffonde conoscenza" – che in sé è anche vero – si scontra con la nostra inadeguatezza nel definire i nuovi modi della struttura del sapere, della conoscenza, e della ricerca delle informazioni.
Che si consideri internet una speranza o una minaccia, chiunque non può non concordare sul principio che verità e conoscenza sono imprescindibili da incontri civili aperti e ragionevoli con chi dissente dalla nostra opinione.
La ragnatela della rete è ricca di nodi.
Una goccia d'acqua che vi si poggia può essere vista come una lente deformante che rischia di farci apparire quel nodo enorme e determinante nell'intera rete, anche quando è assolutamente periferico e marginale. Essere in quel nodo, con quella goccia addosso, trasforma il nostro punto di vista sull'intera rete, e peggio ancora ci fa credere che "noi" siamo "il" nodo rilevante ed essenziale.

David Weinberger ne «La stanza intelligente» ci mette in guardia dalle "stanze dell'eco" dove intervengono solo (o prevalentemente) utenti che la pensano allo stesso modo: "dobbiamo guardarci dalle trappole psicologiche delle camere dell'eco, che ci inducono a credere che le nostre convinzioni siano "ovviamente" vere, facendoci scivolare verso la loro estremizzazione"
Partendo da questo concetto parleremo di "stanza stupida", e cercherò di delineare come il restare chiusi in una stanza dell'eco produca effetti ulteriormente involventi.
Ciò che resta nella "stanza stupida" è solo un duplice istinto individuale all'interno del gruppo dell'eco: massimalizzare la propria posizione ed emergere come soggetto concorde con l'opinione dominante, all'interno di una comunità comportamentalmente condizionante, in un contesto sostanzialmente chiuso tra persone che dovranno comunque interagire tra loro su altre vicende successivamente.

La stanza stupida ci fa sentire al sicuro, in un ambiente protetto tra persone che la pensano come noi, a patto di cedere qualcosa in termini di "intelligenza", di dubbio, e omologando la nostra posizione e opinione a quella dominante, nella certezza che "il gruppo" si muoverà allo stesso modo. È un processo istintivo, non razionale e preordinato o consapevole.
Ci priva però dell'analisi del tema trattato, di punti di vista sul problema e sulla soluzione, e sostanzialmente smette di essere "un gruppo che discute" per diventare "un non luogo di condivisione e divulgazione passiva e acritica del messaggio".
Analizzando un caso concreto, le dinamiche comportamentali e comunicazionali di un gruppo ristretto, e le dinamiche di una vicenda, affronteremo la scelta di quali mezzi e percorsi debba seguire la comunicazione e gli effetti dell'uso indiscriminato “di qualsiasi mezzo”, e cosa avviene se una stanza stupida diventa “consigliera della politica” e se “la politica” segue i consigli della stanza stupida.


Indice

La Stanza Stupida
Il caso
Come si è svolta la vicenda -prima parte
Come poteva essere affrontato il caso
La social-auto-percezione
Come si è svolta la vicenda – seconda parte
Elementi di analisi del messaggio
Elementi di analisi del medium utilizzato
I gruppi e i social network
L'analisi del messaggio
Le valutazioni sulla strategia applicata dal "mittente – attaccante"
Le valutazioni sulla strategia applicata dal "ricevente – attaccato"
Se l'atomica finisce nelle mani delle stanze stupide
Se la politica si affida alla stanza stupida
(ovvero di quella volta che Rosi Bindi scelse di essere John Foster Dulles)
Conclusioni e inconcludenze

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