Le Primarie Pd in campania due giorni prima
Il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani a ‘L’intervista’ su SkyTg 24. ha ribadito sulle primarie che “servono regole chiare, che non debbano essere interpretate”.
Nella riflessione sulle primarie in Campania partirei da questa affermazione, che mi pare più un concetto di buonsenso che non un precetto ad hoc o una presa di posizione nel merito specifico delle nostre vicende regionali.
È vero, per fare una consultazione di vasta partecipazione popolare, che sia anche trasparente e corretta, occorrono regole chiare e "poco interpretabili". È essenziale perché qui non si tratta di una vicenda marginale interna ad un singolo partito politico, grande o piccolo che sia, ma di un processo attraverso cui si deve decidere chi sarà il candidato in una competizione politica, che probabilmente diventerà anche una carica istituzionale importante. E da quel candidato dipenderanno le scelte di giunta, gli amministratori, i direttori generali, molte nomine in enti partecipati, controllati, strumentali e di servizio, e un bilancio di circa 25miliardi di euro.
Si, non è decisamente una questione interna, né marginale. E servono "regole chiare, che non debbano essere interpretate".
Il vulnus da noi parte da qui. Dalle regole originarie, che tutto erano e sono state meno che chiare e soggette a interpretazione. Numero di firme che variavano di settimana in settimana, chiusure e riaperture dei termini ad personam, firme raccolte tra “iscritti dell'anno prima” perché “potrebbero poi in futuro ri-iscriversi”. E nessuno ha verificato. Di più. Un regolamento che prevedeva un certo numero di firme in caso di primarie di coalizione, che poi sono state sanate da due righe su un verbale di direzione: sta bene a tutti, nessuna discussione. E ad oggi non sappiamo quale sia “la base” (ad esempio firme) in base a cui Di Nardo e Di Lello siano candidati. Come a dire che domani mi faccio un partito, mi alleo e mi candido senza alcun requisito. Quanti iscritti hanno e quanti circoli hanno il psi e l'idv? Boh, nessuno lo sa. Ma tant'è.
Alla fine non si sa ancora bene se le primarie ci saranno. Siamo arrivati all'assurdo che se ne parla da quattro mesi e si sposta tutto di una settimana perché “non si è pronti organizzativamente”.
Le primarie sono e restano il migliore strumento di partecipazione democratica nella scelta di una classe dirigente. Sul punto non ci sono molte discussioni da fare. E tuttavia è proprio questo che dovrebbe indurre ad una rigorosissima attenzione e cura delle regole e dello svolgimento delle consultazioni.
Mi ha scritto un segretario di circolo:
“ho ricevuto una telefonata dal PD metropolitano in cui, in qualità di coordinatore di circolo mi venivano chiesti i nominativi e i numeri di telefono degli scrutatori individuati dal circolo per lo svolgimento delle primarie con cui sceglieremo il nostro candidato alla presidenza della Regione Campania, nominativi questi che vanno ad aggiungere a quelli dei presidenti già noti da settimane in alcuni casi; nella stessa telefonata, inoltre, mi veniva data la deadline di giovedì 19 Febbraio per l'espletamento di tale "ordine". Ci sarebbero da fare ed approfondire, in premessa, una serie di considerazioni, del tipo: alle elezioni politiche ed amministrative la composizione dei seggi viene fatta il giorno prima delle elezioni tra i nominati da Corte d'appello e comune ed in caso di assenza tra i semplici presenti; queste primarie rinvio dopo rinvio non hanno data certa (diversamente da politiche ed amministrative)... ma mi asterrò dal farlo. Ci sarebbero, inoltre, da fare ed approfondire altre considerazioni in merito all'organizzazione di queste primarie frettolosamente annunciate ed affidate, finanche nell'organizzazione, al confronto tra componenti anziché al dialogo tra PD Regionale, i (o gli ex) provinciali e i coordinatori territoriali, tacendo, poi, della pochissima autorevolezza ed autostima dimostrata da una classe dirigente pavida ed assolutamente subalterna ai leader nazionali che, proprio perché più autorevoli, autonomi e decisi, hanno messo in quarantena tutti i big campani."
A queste considerazioni se ne aggiungono altre, nel merito storico di vicende politiche note:
"L'insuccesso delle primarie napoletane del 2011 fu dovuto alla scandalosa presenza e partecipazione di gruppi organizzati di stranieri e dalla partecipazione viva e attiva degli esponenti di centrodestra fin dentro ai seggi e non certo alla disorganizzazione del partito nei territori in cui i seggi vennero organizzati per tempo e regolarmente costituiti dagli splendidi militanti giovani, donne e uomini onesti ed appassionati di questo partito. L'apporto della base, dei circoli, dei singoli militanti e simpatizzanti che offriranno un giorno e mezzo della loro vita (mezzo sabato e l'intera domenica) non dovrebbe esser messo in dubbio o tacciato di una qualche forma di responsabilità rispetto alle storture tipiche (ed ormai tipizzate) delle primarie; forti perplessità la base e i singoli territori le esprimono, invece, in merito alle misure messe in atto dalla dirigenza e dai campioni del Partito Democratico Campano per evitare i pullman di cinesi e la prevenzione dei fenomeni infiltrativi di forze politiche ostili a quelle che parteciperanno alle prossime primarie con propri candidati dai "sellini" e i demagistriani (opportunisticamente alla finestra) fino a NCD, FI, lega e fascistelli vari."
E si susseguono segnalazioni non solo né strettamente politiche come quelle del segretario del circolo PD di San Carlo all'Arena
"La questione "politica" che pongo è particolarmente spinosa ed attiene alla partecipazione alle primarie delle forze di sinistra, a noi ostili, vale a dire SEL e DEMA ed alla pratica rituale dell'inquinamento del voto alle primarie da parte delle forze di centrodestra (è inutile a riguardo ricordare le foto mostrate da Tremante in una famosa conferenza stampa ad inizio 2011). Da giorni leggo su facebook e percepisco nel territorio, l'intenzione di molti, specialmente di SEL, rappresentanti istituzionali di municipalità, di partecipare attivamente, votando personalmente ed invitando al voto i propri sostenitori a favore di un candidato per punirne un altro che ha tradito. Possiamo accettare e tollerare tutto ciò? A mio parere no, chi si mostra quotidianamente ostile al PD e non ha candidati propri coinvolti nelle primarie come IDV e Socialisti, il primo marzo deve rimanere a casa od andare a farsi una gita. Inoltre, poi, la sensazione è che dietro a tutto ciò ci sia un atteggiamento doloso, contribuendo ad inquinare e magari ad invalidare le nostre primarie, SEL e DEMA provano a lucrare futuribili nostri consensi e/o supporti, come già accaduto nella primavera 2015 dichiarandoci "democratici per de Magistris" contribuimmo all'elezione d'un sindaco totalmente incapace di curare i servizi quotidiani e alla nascita di un nuovo farabutto della politica nazionale."
La tristezza sta poi nel leggere che queste persone, che sono territorialmente consapevoli e coscienti di ciò che sta avvenendo, si apprestino a soluzioni fai-da-te in assenza di "regole chiare e non interpretabili"... come questa...
"Vi annuncio che personalmente inviterò costoro a non votare e provvederò a costruire una testimonianza, se possibili con foto e testimonianze acquisite anche attraverso social network, che provvederò a consegnare nelle mani del segretario provinciale, per denunciare le ben note pratiche d'inquinamento delle primarie, che il gruppo dirigente ha organizzato senza coinvolgere i circoli e gli iscritti."
o che debbano chiudere le loro lettere con
"Sicuro di non riceverò risposta e nel porgere distinti saluti agli organizzatori delle primarie ribadisco la convinzione che i seggi saranno saranno allestiti a regola d'arte ed invito ed rinnovo all'appello a prevenire seriamente fenomeni infiltrativi e storture di varie ed altra natura."
Questi non sono concetti isolati, espressi da una sola persona, né in una singola realtà locale. Sono percezioni diffuse, e con varie declinazioni omogeneamente presenti in tutto il territorio regionale.
Dal 2011 il non aver mai fatto una sana riflessione su quanto avvenuto nella nostra regione lascia il partito democratico del tutto impreparato a quanto accadrà – certamente – durante e dopo il voto delle primarie. E questa è una precisa e piena responsabilità politica, organizzativa, gestionale di chiunque abbia un ruolo dirigente e non ha predisposto gli strumenti opportuni.
Domenica si dovrebbe votare, e mentre ci si appresta a far svolgere queste primarie regionali Massimo Paolucci e Guglielmo Vaccaro si “autosospendono” dal Pd.
Facile dire che la loro è una “mossa politica”, che dietro ci sia una strategia.
Io non entro nel merito di queste decisioni, ma conosco entrambi e stimo entrambi, e credo che le loro storie personali e le cose che tutti abbiamo ascoltato che hanno detto nelle assemblee, forse, meritavano maggiore attenzione, meno parole di replica immediata, e maggiori soluzioni concrete.
Domenica si dovrebbe votare, e chi andrà a votare lo farà su schede in cui sono stampati cinque nomi, anche se due di essi si sono ritirati.
Anche in questo caso non entro nel merito delle scelte più o meno politiche, o per qualcuno opportunistiche, o per qualcun altro “buffonarie”.
Credo che, anche qui, ci sia un discorso pragmatico e serio che sia venuto meno: sui requisiti effettivi di IdV a partecipare seriamente – e non ad usare il Pd per far parlare di sé in campagna elettorale – e questa è una responsabilità politica e organizzativa che va chiarita, e sui termini e condizioni con cui sono fatte ed appoggiate le candidature anche interne. E in questo caso i temi politici di chi si è candidato e poi ritirato vanno pesati e valutati con attenzione, e non possono essere liquidati come una delle tante boutade...
Domenica si dovrebbe votare, e io pongo solo alcune domande, ma serie, senza sofismi o burocratesi...
Quali sono i sistemi previsti per impedire le infiltrazioni nei seggi?
Quali sono gli strumenti di verifica del voto e degli elettori?
Perché – come richiesto e promesso – non sono state fatte anagrafi pubbliche di elettori?
Quali strumenti adotteranno le commissioni per le primarie e le commissioni di garanzia verso quei seggi in cui si verificheranno casi di irregolarità?
Quali strumenti seri e trasparenti di verifica e sanzione sono stati previsti?
Ancora una volta ci prepariamo a primarie in cui le polemiche del giorno stesso del voto copriranno la positività della partecipazione popolare e della dedizione civile dei volontari che si impegneranno in queste consultazioni.
Tutte queste garanzie – che in sé dovrebbero essere normali, esattamente come le risposte a queste semplici domande (anche queste mi sembrano solo di buonsenso), non avvengono in un territorio ed in un partito “normale”, ma in un contesto in cui ogni consultazione locale amministrativa vede infiltrazioni e irregolarità di ogni genere e tipo.
Che qui ho abbondantemente riassunto.
Il giorno dopo “i vincitori” parleranno di “fenomeni marginali”.
Gli “sconfitti” di numeri scandalosi” che hanno falsato la consultazione democratica.
Coloro che sino a ieri erano contrari alle primarie diranno di “averlo detto”.
Su tutti potrà incombere il dato di “nessun vincitore certo” che abbia superato il 51% e la chance che poi, anche dopo il voto, si rimetta tutto in discussione scegliendo “un altro nome” con clamori passi indietro con pesanti “risarcimenti politici in cambio”.
Ancora una volta leggeremo verbali che non si esprimono nel merito dei singoli ricorsi, attenderemo invano che si facciano chiarezze che – in fondo – nessuno vuole, e che tutti “si mettano d'accordo alla meglio”.
Cosa ha a che fare tutto questo con le primarie, con la partecipazione democratica, con la libertà di scelta? Assolutamente nulla. Ma la bandiera delle “libere primarie” servirà ancora una volta a legittimare accordi di parte, spartizioni, calcoli del peso politico di ciascuno.
Tutte queste sono cose che già sappiamo oggi.