Breve bilancio dell'Italia a 5 Stelle
Nella presunzione del Pd di candidare chiunque e con un centrodestra locale coperto dagli scandali vince a Parma Pizzarotti. In sé una brava persona, posta presto davanti al bivio: seguire pedissequamente il programma immaginifico pentastellato o amministrare la città. Nello scegliere la seconda opzione rischia più volte l'espulsione. Se si ricandiderà lo farà probabilmente senza il M5S ma con una lista civica. Nella divisione improvvida tra Sel, Pd e liste civiche la spuntano altri sindaci a 5 stelle a Comacchio, Mira e Sarego. Il primo cittadino di Comacchio viene espulso quasi subito. Quello di Mira alle prese con qualche problemino (ospitalità agli immigrati, "certa stampa" che racconta le cose a modo suo, la fidanzata consigliere comunale che lo rimprovera di fare poco) tutto sommato se la cava, come il collega di Sarego (il cui assessore Tregnaghi finì subito in procura con un esposto per un comignolo abusivo!). Infondo, e questo è il primo dato, da sempre il cittadini dei piccoli comuni si conoscono davvero tutti, ed anche per questo amministrare è un po' più facile (quando non ci si mettono le mafie) e ciascuno ha il suo piccolo peccatuccio. Di paese appunto. È il 2012 tuttavia e il M5S è agli albori.
Nel 2013 è la volta di Ragusa. Dura appena un anno e sindaco, dieci consiglieri e una quarantina di attivisti vengono "espulsi" dal MeetUp locale:ha detto sì alla concessione edilizia per le trivellazioni. Il sindaco si è difeso sostenendo che si trattava di un obbligo istituzionale. Qualche malizioso però sostiene che il sì alle trivellazioni non sia stato poi così sofferto: grazie ai 30 milioni arrivati da Eni, 50 se si comprende anche il 2013, e addirittura 80 se si considera quelli che arriveranno nel 2016, risolverebbe alcuni problemi di bilancio della città, problemi che avrebbero portato anche ad uno sforo del patto di stabilità. Poco tempo prima Ragusa era salita alla ribalta nazionale per il ritocco dello stipendio sotto forma di adeguamento ISTAT di cui ha beneficiato la giunta, con valore anche retroattivo a partire dal 2013. Piccitto ha però voluto sottolineare come continuino ad autoridursi lo stipendio del 30%. Stesso anno è la volta di Pomezia. E non va tanto bene nemmeno qui. Fabio Fucci, neo sindaco è stato accusato di aver tolto assistenza ai disabili per poter risanare il debito e di non aver ascoltato le associazioni di riferimento. Inoltre, avrebbe dato un incarico a una municipalizzata, la Pomezia Servizi, il cui dirigente aveva però ricevuto un avviso di garanzia, di cui Fucci diceva di essere all’oscuro. Sempre a Pomezia interviene l'anticorruzione: illegittimo il bando sul verde. E sempre a Pomezia in tre giorni il bilancio viene riscritto tre volte e il clamoroso avanzo di 4 milioni sbandierato sul blog di Grillo diventa prima di 2 milioni, per poi finire in un grande buco se si considerano gli 80milioni di prestiti straordinari da parte di Cassa Depositi e Prestiti. Pomezia è anche la città dei buoni pasto differenziati per i bambini: se paghi di più tuo figlio ha il docio, se no niente dolce! Sempre nel 2013 è la conquista di Assemini dove il consiglio va in difficoltà quasi subito e Grillo ordina l’espulsione di tre consigliere dissidenti col sindaco Mario Puddu. Le espulse si sono difese sostenendo di non aver violato i principi del Movimento e di non meritare, dunque, l’espulsione. Ma non si sono fermate qui: è stata aperta un’inchiesta giudiziaria dopo la loro denuncia di un “governo ombra” dello stesso Puddu, che starebbe sfociando in un inevitabile conflitto d’interessi. È vero, ha cancellato la Tasi già dal 2014, ma opposizioni e cittadini (addirittura il parroco) lamentano un aumento della Tari. Insomma, il classico gioco politico della mano che dà e l’altra che toglie. Assurdo – sempre secondo gli attivisti - che il sindaco abbia voluto che (tra le altre) a riscuotere la Tari fosse Equitalia.
Siamo al 2014 ed è la volta dello straordinario risultato di Nogarin che conquista "la rossa" Livorno. Qui i problemi dell'amministrazione balzano subito alle cronache nazionali, anche per la coincidenza con un Pd al suo massimo storico, alla "svolta" di Renzi ed al "vinciamo noi" di Grillo che auspicava il sorpasso prima di essere invece doppiato. La giunta di Nogarin non riesce ad approvare il bilancio, la città affronta il problema rifiuti per la prima volta, ed emerge la difficoltà di amministrare una cittadina di medie dimensioni dovendo fare i conti con le ristrettezze di bilancio, con i debiti e con le partecipate. Il problema di Nogarin non è il suo partito, nè Livorno. Sostanzialmente è un consiglio inadatto ed inesperto e un Movimento che ha promesso miracoli e che lui è chiamato a realizzare come manifesto elettorale. Era stata promessa la gratuità dei bus per le fasce più deboli entro i cinque anni, con una diminuzione progressiva del costo, ma con i suoi 400 milioni di euro di tagli al servizio pubblico locale le cose si fanno molto difficili. È stato accusato di scarsa trasparenza, di aver tagliato il 4% sul sociale, sollevando le proteste di Arci e Caritas, ha aumentato la Tari: e la colpa, secondo Nogarin, sarebbe solo del governo centrale. Dall’altra parte ha rinunciato all’auto blu e si è tagliato il 10% dello stipendio. Sulla confusione e le difficoltà di Nogarin esplicativo è il caso del porto di Livorno. Con la Darsena Europa verrà ampliato il porto della città, con nuove banchine, piazzali e il dragaggio dei fondali. Molto duri sono stati gli scontri con il governatore Rossi, strana la conclusione: il progetto a lungo osteggiato dal sindaco è poi passato con i 5 stelle astenuti, ma con i voti positivi delle opposizioni e di Nogarin stesso. Molto peggio va a Civitavecchia. La salvezza della città passava per il fondo immobiliare. Il piano per salvare il bilancio del Comune di Civitavecchia prevedeva, secondo il Sindaco, la costituzione di un fondo immobiliare. Di cosa si trattava è presto detto: “valorizzare”, “ottimizzare” e “razionalizzare” 16 proprietà comunali, utilizzando strumenti urbanistici e di programmazione di pronta attuazione. Tradotto: svendere i gioielli di famiglia, tra cui immobili storici della città e luoghi di forte aggregazione sociale. Introito dell’operazione, su carta, 31.732.350 Euro. Le ragioni della scelta erano molto semplici: assicurarsi liquidità per coprire le difficoltà di bilancio che in quasi due anni di gestione pentastellata non sono state risolte, anzi, peggiorate. Intanto, però, la Corte dei Conti, già alcuni mesi addietro, aveva chiesto un piano dettagliato a causa delle anomalie contabili riscontrate. Senza di quello, secondo i giudici contabili, il baratro era inevitabile. Oggi sembra più che mai certo. Dal bilancio alla cronaca politica. Rosanna Lau, consigliere del sindaco di Civitavecchia, commenta una notizia di cronaca: uan donna uccisa a Parma: "Una donna italiana quarantenne ... intreccia una relazione con un tunisino di 26 anni. Lui l'ammazza come un cane. Non voglio vedere il suo nome nella lista delle 'martiri'. Dire che se l'è cercata è il minimo. Se fosse sopravvissuta l'avrei insultata". Non va meglio nemmeno a Bagheria. Il sindaco Cinque decide di rinunciare a servirsi dell’Amap, l’azienda che si occupa della gestione idrica dei comuni della zona, per provvedere con propri mezzi all’approvvigionamento idrico. In seguito a tale decisione, la gestione del depuratore viene affidata in modo diretto alla ditta Soteco di Napoli per un importo di 35.000 euro al mese. Con la giustificazione dell’urgenza, gli affidamenti si moltiplicano: per esempio solo il 24 giugno ne risultano due per 45 mila euro. Nonostante la spesa, però, l’acqua non arriva e i disservizi si moltiplicano, soprattutto in alcuni quartieri della città con i cittadini costretti a ricorrere alle autobotti per riempire le cisterne e problemi nella zona del depuratore di Aspra. Nel frattempo giunta e consiglieri sono stati "costretti" ad aumentarsi la paga (come a Ragusa): fece scalpore soprattutto alla luce delle polemiche scatenate a settembre 2014 da 80 famiglie di bambini disabili, che si sono visti negare dal Comune l'assistenza ai figli per il servizio igienico sanitario e dopo che la maggioranza grillina, a novembre del 2014, bocciò la mozione del consigliere d'opposizione Carmelo Gargano (Forza Italia) che impegnava l'organismo a rinunciare al gettone di presenza finché i disagi per gli 80 bambini non fossero stati risolti. In tema trasparenza fece anche notizia l'episodio in cui l'opposizione aveva chiesto una seduta straordinaria e urgente per discutere della presunta incompatibilità del neo assessore all'urbanistica. La maggioranza ha votato contro e la riunione si è chiusa tra le polemiche: prima a porte chiuse e poi annullata. A settembre 2015 l'ultimo stop, questa volta dalla Corte dei Conti, sull'eccesso di ricorso a incarichi esterni, senza gara e con affidamento diretto, per un comune in dissesto.
Nel 2015 il M5S vince a Pietraperzia (EN), Quarto (NA), Venaria Reale (TO), Porto Torres (SS), Augusta (SR), Gela (CL) salvo poi espellere sindaci e consiglieri al primo dissenso. Vince ai ballottaggi, praticamente con il travaso di voti tutto il centro destra. Spesso (come a Gela ed Augusta) con l'appoggio esterno di personaggi davvero imbarazzanti. O come avvenuto a Quarto – una competizione senza il Pd in cui la giunta ha già riempito pagine di cronaca, anche giudiziaria. Ma è presto (nel bene e nel male) per fare bilanci.
La sintesi di questa lunga carrellata è che è facile fare campagne elettorali in cui si promettono mari e monti, in cui "il vecchio" è sporco e cattivo" e in cui i partiti sono tutti corrotti. Amministrare è un'altra cosa. Spesso i cittadini amministrano bene, spesso invece occorrono competenze che non si improvvisano e per le quali non basta essere "giovane e nuovo". Probabilmente alcuni di questi problemi li avrebbe avuto chiunque altro fosse stato eletto. O forse no. Non possiamo saperlo, e non possiamo sapere se sarebbe andata meglio o peggio. Quello che però possiamo certamente sapere è qualcosa che ci responsabilizza tutti. Quest'anno si voterà alle amministrative. Si voterà in grandi città, con problemi seri. E per risolvere i problemi seri occorrono persone serie e competenze. Perchè se le cose non vanno non basta che Grillo o Casaleggio espellano qualcuno dal loro Movimento, ma nel momento in cui li candidano devono avere anche la responsabilità politica della proposta che fanno, e la responsabilità morale dell'esito di quelle amministrazioni. Non è che con un voto su un meetup cambiano le sorti delle città. Ed è per questo che i vecchi partiti saranno anche da riformare profondamente e da ripulire cento volte. Ma non basta questa verità per far credere a qualsiasi fandonia venga da qualsiasi ex comico annoiato che "cita parzialmente" uno studio demografico per dire che 68mila morti in più sono colpa dello smog che è causato dal governo (del pd). La buona notizia quest'anno c'è: il populismo ha governato ed ha mostrato cosa può accadere. Il che non cancella le cattive amministrazioni altrui, o le infiltrazioni criminali, ma semmai ci ricorda che come cittadini non ci limitiamo solo a votare, ma ci compete anche vigilare ed usare la coscienza. Perchè ne va dell'acqua, dei rifiuti, dei trasporti, della viabilità, dei servizi delle città in cui viviamo tutti i giorni. Per una volta ci compete essere esigenti e chiedere programmi credibili e persone serie per poterli realizzare.