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Michele Di Salvo
20 May

De Luca vs De Magistris

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Vincenzo De Luca, Luigi De Magistris, partito democratico, Campania

De Luca vs De Magistris

Di De Luca è stato detto di tutto. Ma soprattutto lui stesso ha detto di tutto. Spesso anche il contrario di tutto, cambiando idea (politica e non solo) spesso e volentieri, a seconda degli opportunismi e del clima del momento. Saranno appunto i cambiamenti repentini delle temperature di questi giorni che hanno colpito il quasi settantenne governatore della Campania. Non si spiega altrimenti – a volergli trovare una giustificazione – la sua esternazione sul sindaco di Napoli. È passato dall’essere antirenziano a renziano di ferro a renziano con riserva a “non so” in meno di 24 mesi, sarà anche questo un sintomo dell’età che si fa sentire.

E allora, quando ti rendi conto che nella tua vita non hai mai lavorato se non in politica, verrebbe anche il momento di lasciare la scena (non prima di aver lasciato in eredità almeno un seggio ad almeno un figlio – in piena tradizione ottocentesca più che renziana).

E invece il nostro governatore – forse in un barlume di lucidità che gli deve aver fatto intravedere che sarebbe il caso di non ricandidarsi alla Regione – si autocandida a sindaco di Napoli (con de Magistris al secondo mandato forse deve aver pensato di avere anche qualche chance).

Sì perché siamo al tempo di un premier che voleva fare il sindaco d’Italia, e non si comprende perché togliere al giovin governatore la speranza di passare da sindaco di Salerno a sindaco della Campania, e poi a sindaco di Napoli.

Lui, un uomo che quando non sa cosa dire, lungi dal difendersi dalle molteplici responsabilità che ha per il non governo della regione, preferisce attaccare: tutto e tutti, indistintamente, con quell’apparente saccente sarcasmo che – francamente – ha un po’ stufato. Specie se non te lo puoi permettere vista la vacuità del nulla sin qui realizzato (e meglio è avere un gesto di carità cristiana e non entrare invece nel merito del - per fortuna - poco che ha fatto).

Narrano le leggende metropolitane dei maldicenti che da ragazzo De Luca uscì di casa, deciso a iscriversi ad un partito politico; la sede del MSI era chiusa (una delle poche fortune politiche del movimento di Almirante in Campania) e per disgrazia del PCI invece quella sede era aperta. Ecco, le dicerie popolari a volte ci azzeccano. Perché questa è l’unica cosa che ha in comune con De Luca la tradizione della sinistra: una sede casualmente aperta.

Sarebbe il caso finalmente e definitivamente di chiuderla quella porta ai De Luca, di ogni genere e generazione e provenienza. Il Pd che ancora non comprende e si chiede come mai ha perso ha la sua risposta, anzi un nome e cognome simbolo: Vincenzo De Luca.

Basta chiudere quella porta sin troppo lasca lasciata aperta e fare una scelta politica ed etica oltre che morale, e gli iscritti veri e non casuali torneranno ad affacciarsi sentendo l’aria meno flatulenta.

Perché sì, questo è De Luca, quello del «sequestratelo e sputategli in faccia» a proposito del sindaco della città capoluogo della regione che lui amministra, e della seconda città metropolitana d’Italia. Che meriterebbe rispetto se non altro per opportunità istituzionale. E la responsabilità che sia De Luca il governatore è tutta – e senza attenuanti – del Partito Democratico, cui spetterebbe il dovere di chiedere per questo – e a prescindere – scusa.

Io per quel che conta e quel che vale lo faccio, esplicitamente, io che certo non posso essere tacciato di essere stato clemente con il sindaco di Napoli.

De Luca vs De MagistrisDe Luca vs De Magistris

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