Casaleggio business story
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Se volessimo parafrasare il Beppe Grillo, implacabile comico e smascheratore di scandali, ci sarebbe da chiedersi come fa uno con il diploma di perito informatico a diventare amministratore delegato di un’azienda con 700 dipendenti. E se fossimo ai tempi di Grillo implacabile fustigatore dei manager che portano le aziende in perdita, ci sarebbe da dedicare un VDay proprio a Casaleggio.
Invece, a proposito dei due pesi e due misure di queste ore, per cui la Gabanelli sino a ieri eroina delle inchieste sui potenti, oggi diventa una pennivendola al soldo dei poteri forti, il comico genovese che mette alla berlina i manager fallimentari come esempi dell’italianità più ridicola anche nel 2012 in un comizio tra i fans di Pistoia ripete che “Casaleggio è “un ottimo manager!”
Ai due pesi e due misure siamo abituati ormai, dato che lo stesso Grillo sbandieratore della meritocrazia, ha candidato e fatto eleggere Marta Grandi e non ha mosso un dito, e non si è mossa una foglia nel movimento, quando si è scoperto che la stessa ha falsificato i suoi titoli.
Ma vediamo con ordine la storia manageriale di quello che oggi molti considerano un guru geniale del web. Io però faccio un paio di premesse. La prima, che essere bravi tecnicamente non significa essere anche buoni amministratori; la seconda, è che soprattutto nel nostro paese “chi fa sbaglia”, e troverai certamente nella storia di qualsiasi imprenditore qualcuno dei suoi ex dipendenti pronto per risentimento personale a parlarne male, e per questo non citerò alcuna delle cose emerse da eventuali ex dipendenti, di nessuna delle aziende in cui ha lavorato Casaleggio.
Casaleggio nel 2000 è amministratore delegato di Webegg spa, società prima Olivetti e nel 2002 passata al suo principale cliente,Telecom Spa già di Roberto Colaninno che era anche precedentemente in Olivetti (che aveva anche dato vita sempre nel 2000 a Netikos spa; nel CdA Casaleggio e Michele Colaninno).
Tutto bene fino a che diventa nuovo azionista di maggioranza Tronchetti Provera. Infatti subito dopo, nel 2003, Casaleggio viene mandato via.
Guardando i bilanci la sua gestione risulta disastrosa: la Webegg si ritrova con un drastico calo di fatturato:- 26% nel 2003. Ci sono buchi di 1milione 932mila euro nel 2001 e di ben 15 milioni 938mila euro nel 2002, su un fatturato di appena 26 milioni di euro.
Gli azionisti definiscono “un piano pluriennale di risanamento” con una “drastica riduzione dei costi di gestione… e ridimensionamento del budget rivolto alla comunicazione”, la dismissione delle aziende che Casaleggio aveva acquisito. Gli azionisti devono risanare l’azienda e alla fine venderla, chiudendo anche tutte le società connesse.
Forse la cosa che dovrebbe fare un po’ rabbia, è che mentre Casaleggio oggi propone di mandare a casa i manager scadenti, mentre vuole tagliare i compensi e gli sprechi degli altri, a quei tempi, lui, il suo stipendio non se lo è ridotto di un cent, ed anzi si è comprato una villa ed un bosco intero!
A pensar male verrebbe da chiedersi, sarà mica per questo che Grillo (e Casaleggio) se la sono presa così tanto contro Tronchetti Provera?
La strategia aziendale di Casaleggio in Webegg è il modello web company americana, con le classiche formule del marketing aziendale stile new economy (o almeno ricalcate sull’idea che noi ci siamo fatti). Casaleggio assume giovani, fa il “capo amico di tutti”, c’è sempre lo psicologo nei ritiri in monastero per affiatare il gruppo. Nell’impresa non esiste una differenza tra il tempo libero e quello lavorativo. Per vendere di più del prodotto devi essere quel prodotto e non semplicemente promuoverlo. Ricorda qualcosa del modello del Movimento 5 Stelle?
I giovani, come dichiara Casaleggio su Logica Interview, sono guidati da qualcosa di più dei soldi; bisogna dar loro la possibilità di partecipare al cambiamento, di avere responsabilità e se una persona è motivata e felice questa rende di più. E allora Casaleggio prende anche giovani inesperti e dà loro grandi responsabilità e ottimi stipendi. Ricorda qualcosa del Movimento 5 Stelle?
Secondo Grillo “Lui gestiva la Olivetti, l’informatica di Telecom, 10mila persone sotto. Non è mica l’ultimo arrivato!” Peccato che non risulti affatto.E dai bilanci emerge che di dipendenti Casaleggio ne abbia avuti, a seconda dei periodi, da un minimo di 200 persone a un massimo di 718 (che non sono pochi, ma non sono certo 10mila, e un’azienda del gruppo Olivetti-Telecom di certo non è tutta la Olivetti e men che meno tutta la Telecom).
Mentre Webegg perde 15 milioni di euro l’impresa ha anche una squadra di calcio aziendale e il suo AD affitta voli charter per dipendenti e familiari, tutto gratis ovviamente per loro, per recarsi a Praga e nel resto d’Europa, per il torneo aziendale “Logica world cup”.
Non mancano eventi come la“Notte degli oscar”, feste faraoniche a fine anno con scenografie holliwoodiane con show di comici famosi come la Littizzetto, Aldo Giovanni e Giacomo, Luttazzi, Bertolino. Casaleggio a fare un po’ il “Pippo Baudo” della serata. E nomination per premiare chi dell’azienda si era distinto durante l’anno.
Il tutto mentre l’azienda riduce anche il personale ed aumenta il carico di lavoro per i dipendenti.
La società di Casaleggio ha addirittura 12 comandamenti, affissi ovunque.
Anche tra questi non sono poche le analogie con il Movimento 5 Stelle oggi. Ad esempio il comandamento 9.“Assenza di competitività interna” molto simile al “Uno vale uno”, il 5 Teamwork, dove si decide che il sistema di lavoro deve essere per gruppi funzionali, simile al modello di aggregazione dei Meetup dove le persone lavorano su singoli temi funzionali. Il comandamento 2.Responsabilità sul risultato che ricorda le “Semestrali” dei grillini quando i cittadini confermano o meno la fiducia ai consiglieri del Movimento 5 Stelle. Il comandamento 6 Protezione totale delle persone, che ricorda quando Grillo interveniva in aiuto dei singoli colpiti da un provvedimento giudiziario ingiusto (cosa che fa sempre più di rado). Il 4 Il divertimento come forza creativa. Tutto il Movimento si basa sulla divertente figura di un comico, Grillo, che usa l’umorismo come registro comunicativo con i cittadini. Al pubblico resta impresso un’emozione positiva e non semplicemente le parole di un comizio. Una tecnica di comunicazione ben nota agli addetti ai lavori (usata nella Programmazione Neurolinguistica di cui tiene corsi Filippo Pittarello)
Chiusa l’esperienza di Webegg Casaleggio nel 2005 quando fonda il blog di Beppe Grillo, pianifica i V day, organizza i meet up del Movimento e il Movimento 5 Stelle con lanuova società la Casaleggio Associati.
Il Movimento non nasce spontaneamente dal basso ma dalle strategie di Casaleggio. Ad esempio anche il Meet up N°1, la piattaforma di aggregazione del Movimento nella città di Milano, nasce il 10 giugno 2005 da un ex-dipendente Webegg, Maurizio Benzi, poi assunto da Casaleggio nella sua nuova azienda, la Casaleggio Associati, un mese prima che Grillo stesso proponga ai suoi fans, il 16 luglio 2005, di usare i Meet up come piattaforma di aggregazione.
I cittadini si aggregano su un modello già pianificato e proposto dall’alto. Infatti Casaleggio e Grillo fanno credere che la loro rete di attivisti sia il luogo dell’orizzontalità e della libertà assoluta, esente da censure.
Oggi la Casaleggio Associati, ultimo bilancio consultabile 2011, ha un passivo di circa 57mila euro ripianato dai soci. Le aziende del “guru” hanno sempre gli stessi problemi, spese sproporzionate per il personale e le materie prime, in percentuale così alta da determinare un buco di bilancio.
Portare una società nel web infatti non vuol dire creare solo un sito ma un “ambiente internet” intorno a quella società e ai suoi prodotti. La discussione dovrà alimentare centinaia se non migliaia di altre discussioni, in grado di influenzare i consumatori e l’opinione pubblica. Quindi c’è bisogno di risorse e uomini che muovano questo consenso.
La comunicazione è potere e da la possibilità di essere visibili. Cosa già sperimentata in politica da Casaleggio nella gestione della comunicazione dell’IDV. Con l’avvento di Gianroberto Casaleggio il bilancio dell’Italia dei Valori del 2006 riporta la spesa Internet aggregata ad altre voci per un ammontare totale di 1milione 305mila euro. Nel 2007 la voce siti Internet è unica: 469.173 euro. Lievita ancora nel 2008 ed arriva a 539.138 euro
“La Rete è politica” sostiene ancora più esplicitamente Casaleggio in un’intervista a Data Manager 2001 ma “per apprezzare la rete bisogna darle una dimensione culturale, solo in un secondo momento si può cominciare a fare business” perché “da la possibilità di cambiare gli equilibri”.
Quegli equilibri che possono darti potere e portarti in Parlamento. Ed è anche denaro.
Quale? I 16 milioni l’anno destinati ai gruppi di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle. Pochi sanno infatti che gli attivisti per candidarsi alle prossime elezioni politiche hanno dovuto sottoscrivere un accordo al buio. In sostanza sarà la Casaleggio a gestire circa 81milioni di euro in 5 anni.
Oggi sul blog di Grillo in forma anonima qualcuno afferma che il blog sarebbe in perdita e che sarebbe Casaleggio a coprire. Di certo questa società che nel 2011 fatturava “solo” 1,4milioni di euro, con l’ingresso in politica ne fatturerà almeno 20 l’anno.
Di certo sappiamo che con 81 milioni euro la forza di convinzione e di trasformazione degli equilibri può alimentare molto altro denaro.
Ma il Movimento 5 Stelle, non era nato per evitare la collusione tra affari e politica?
[Parte del materiale di questo articolo è stato tratto da quanto pubblicato da Antonio Amorosi su Affaritaliani, da Roberto Rossi su l'Unità e da Mauro Cioni]
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