Il ferragosto di De Magistris tra promozioni fantabilancio e nuove alleanze
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“Questa storia mi ha profondamente colpito. Mi sono anche arrabbiato con Pina, gliel’ho detto con chiarezza: al suo parente doveva semplicemente consigliare di chiedere informazioni ai vigili urbani. Invece si è a sua volta informata, e questo ha dato adito a ombre. Ma ci ho pensato molto, e alla fine dico che è un errore che si può perdonare. La Tommasielli è risorsa preziosa, è brava, è seria e ha passione”.
Con queste parole Luigi de Magistris dopo due settimane scioglie il nodo su Pina Tommasielli, assessore allo Sport, indagata dalla Procura di Napoli per i reati di truffa e falso. Secondo i pm, avrebbe favorito l’annullamento di alcune contravvenzioni stradali del cognato e della sorella. L’assessore Tommasielli ha respinto tutte le accuse che bolla come nuovo “motivo occasionale dello scatenarsi della macchina del fango: settori e soggetti politici interessati - quelli compiacenti rispetto alle lobbies contro cui ho sempre lottato - hanno cavalcato cinicamente talune infondate indiscrezioni giornalistiche che, nell’immediatezza, avevano riferito di centinaia di multe annullate a parenti ed amici, cercando di ingenerare, del tutto proditoriamente, nell’opinione pubblica l’infamante convincimento che io avessi in tal modo fatto favori a parenti e ad amici. Respingo categoricamente questa aggressione, tendente a delegittimare il mio ruolo istituzionale”. I fatti certi comunque sono almeno due. Il primo è che le inchieste ormai numerosissime proseguono, e prosegue anche quella relativa alla Tommasielli. Il secondo, è che da due anni ogni volta che viene mossa una qualsiasi accusa o critica alla giunta, si parla sempre di “macchina del fango” ordita da lobby e poteri forti, però mai identificati e indicati, come invece ci si aspetterebbe con denunce e accuse ben circostanziate da parte di un sindaco ex magistrato.
Nel caldo di queste settimane però sono accadute alcune cose degne di nota all’ombra di Palazzo San Giacomo.Il 13 agosto (sic!) la giunta presenta un power point (si!) sul bilancio di esercizio 2013 in cui si legge testualmente “Le azioni intraprese, già con la gestione del Bilancio 2012, segnano l’inversione della rotta ed un nuovo modo di fare politica a Napoli: “non più amministrare attraverso l’allargamento a dismisura del deficit, ma governare la Città migliorando i conti del Comune” e in cui si passa da un disavanzo 2011 di ben 850milioni di euro (appunto debito) a una previsione per il 2014 di un avanzo di 59milioni. Recita la presentazione “Il Comune di Napoli in tal modo ritornerebbe in Avanzo di Amministrazione già nel 2014 (con anticipazione II tranche dl 35/13 al 2013 addirittura nell’anno in corso). La possibilità di creare un surplus di cassa corrente di circa € 200 milioni, può far immaginare una chiusura anticipata dal “predissesto” dal 2016 (con 6 anni di anticipo).”
Come avviene questo miracolo delle scienze finanziarie della giunta arancione? Semplicissimo. Queste le entrate straordinarie: DL 174/12 Anticipazione di liquidità per € 58 milioni già concessa e ulteriori fondi all’approvazione del piano € 160/170 milioni; DL 35/13 Spazi finanziari sul patto di stabilità 2013 per € 124 milioni; prima tranche dell’anticipazione di liquidità CDP per € 296,5 milioni, seconda tranche nel 2014 per € 296,5 milioni. Tutto chiaro no? Elementare. Se lo stato ci da 900milioni noi siamo così bravi da non avere più un debito di 850milioni, ma anzi un avanzo di cassa.
Peccato che nel commentare qualcuno abbia scordato di dire che questa operazione è una ristrutturazione del debito, cambiano i termini e il creditore ma il debito resta, e quei soldi, tutti, andranno restituiti in dieci anni. Circa 100milioni l’anno, in eredità a chi verrà forse dopo il sindaco arancione. E peccato che di questa restituzione non vi sia traccia nello schema del bilancio dei miracoli.
Sulla base però di questi nuovi conti cambia anche la posizione della giunta sui dirigenti esterni, prima bollati come esempio della mala gestione del centro sinistra ed ora strumento di governo della città. Sono trenta i neo dirigenti in compagnia di una folta schiera di promossi nella poca attenzione ferragostana. Tra questi Giuseppe D’Alessio, l’inventore delle Ztl più contestate d’Italia, ex braccio destro dell’ex assessore Donati, ex assessore che però è anche attuale consigliere del sindaco per la mobilità. Torna anche Andrea De Giacomo, che si è occupato di affari cimiteriali. Il contratto più significativo tuttavia è per Alessandro Nardi, già vice capo di gabinetto del Sindaco, vero factotum del Municipio, ma soprattutto abile tessitore del dialogo tra gruppi consiliari, premiato per aver allargato la maggioranza all’udc e al centro democratico.
Un de Magistris impegnatissimo in estate alla ricerca di consensi esterni. A fine mese vedrà Vendola, sperando di far entrare Sel in giunta in un inevitabile ulteriore rimpasto cui guarda con interesse anche una parte del Pd (pontiere sempre il neo promosso Nardi).
In questo schema va inserito anche il perdono della Tommasielli, che dopo aver consegnato le deleghe è stata in vacanza a Palermo, dove avrebbe incontrato il sindaco, Leoluca Orlando, che nei mesi scorsi ha lasciato l’Idv e prepara – in vista delle europee e non solo – un nuovo soggetto politico nell’ambito del centrosinistra. Progetto di cui potrebbe far parte proprio il sindaco di Napoli dopo la poco edificante performance con Ingroia e la inevitabile rottura.
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