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Michele Di Salvo
20 Jun

Il lato oscuro della notte elettorale iraniana

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Iran, elezioni, socialnetwork, internet, informazione, twitter, Rowhani, Anonymous, foto

Il lato oscuro della notte elettorale iraniana

Da due settimane si sapeva che il nodo centrale di queste elezioni sarebbe stato l' affluenza al voto. Anche ieri la televisione di stato esaltava lunghe file, incentrando l'attenzione su Teheran, dove era candidato l' ex sindaco, e dove era concentrata l'attenzione della stampa straniera e i supporter dei vari candidati.
Urne aperte oltre l'orario, per ben cinque ore, ma solo nella capitale.
Le anomalie, piu' che irregolarita', sino registrate dal primo momento, con dati che non arrivavano nemmeno sull'affluenza, e il sito del ministero dell'interno bloccato per un paio d'ore.
A due ore dalla chiusura dei seggi ancora nessun dato, ne' ufficiale ne' ufficioso. L'unica informazione certa e' che Rowhani si sarebbe recato proprio al ministero, e si sarebbe tenuta una riunione a porte chiuse durata circa un'ora. Alla sua uscita ha ringraziato i supporter rassicurandoli che i risultati si sarebbero avuti in mattinata e ricordando che "eventuali assembramenti per le strade erano atti illegali".
Una notte in cui pero' nel silenzio dei media e della rete, in cui internet era poco o per nulla agibile, bloccato l'accesso ai socialnetwork ed alla posta elettronica, e filtrato il traffico telefonico, si sono accavallate informazioni frammentarie su quanto stava avvenendo. Sulla open-chat aperta da Anonimus - unico canale di comunicazione disponibile e reso aperto a tutti per non lasciare il paese completamente isolato - alle 00.30 ora italiana e' passata una notizia, con dati precisi: affluenza 73% con circa 37milioni di voti, Rowhani in testa con 13milioni di voti, seguito da Qualibaf a 12milioni e Jalili con 5milioni.
La fonte un gruppo di attivisti siriani e iraniani in Germania.
Il dato e' stato inviato ben prima che si aprisse lo scrutinio, e anche prima che fossero stati ufficialmente chiusi i seggi di Teheran.
Secondo quanto e' dato capire sarebbe stata questa la versione ufficiale per i titoli dei giornali del giorno dopo, ricordando che nel 2009 i risultati sono stati dati appena dopo 4 ore dalla chiusura dei seggi.
I dati dell' affluenza sono esattamente quelli che - dopo 12 ore - sembrano emergere dalle fonti del ministero dell'interno che parla appunto di affluenza al 72% e circa 37milioni di voti.
Per quanto concerne invece le preferenze, i dubbi sorgono sulla tempistica. Meno di un'ora dopo questa fuga di notizie infatti Rowhani si sarebbe recato al Ministero dell'Interno per una lunga riunione a porte chiuse. Si sa per certo che vi erano il Ministro, il capo della polizia, alti ufficiali dell'esercito, mentre nessuna notizia riferisce dove sia Ahmadinejad, che non compare in pubblico da due giorni.
Durante la notte i pochi che riuscivano a twittare scrivevano "what are they doing in there? They, the interior ministry, there, where our votes are" che significa non solo "che stanno facendo li dentro? Li dentro, il ministero dell'interno, dove sono i nostri voti" ma in realta' una forma mal celata per rilanciare lo slogan del 2009 che era "where are our votes" ossia "dove sono i nostri voti?"
Il dubbio che circola e' che piuttosto che avere altri giorni di incertezza qualcuno abbia deciso di chiudere la partita elettorale al primo turno, una partita che avrebbe poco a che fare con il voto effettivo del paese, e anticipando di una settimana quella che comunque appare come la candidatura che riceve il maggiore favore generale, interno ed esterno al paese, e capace di evitare eventuali scontri di piazza.
Quello che e' certo e' che nella tradizione iraniana il presidente normalmente ricopre due mandati. Attualmente la Guida Suprema ha 74 anni, e appare chiaro che il presidente eletto avra' anche voce in capitolo nella scelta del suo probabile successore. Rowhani, considerato tra i meno conservatori e membro del clero, potrebbe quindi essere la scelta migliore nell'attuale scenario interno iraniano, senza passare per un eventuale dilaniante ballottaggio.
I dubbi non sono solo nostri. Anche l'opposizione in esilio accusa il regime di aver clamorosamente falsificato i dati sull'affluenza ribadendo la strana coincidenza del dato ufficiale con quello che veniva dichiarato prima della chiusura dei seggi.


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