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Michele Di Salvo
10 Apr

Il record di de Magistris, il sindaco a sua insaputa

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Luigi De Magistris, Napoli, demagogia, manifestazione, ztl, camorra, populismo

Il record di de Magistris, il sindaco a sua insaputa

«Da cittadino e da napoletano, provo una grande amarezza perché abbiamo assistito ad una sospensione del pieno diritto a manifestare che deve essere garantito ad ogni cittadino, a causa dell'infiltrazione di delinquenza comune e camorra all'interno della manifestazione». Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in una nota commenta la manifestazione di protesta andata in scena oggi a Napoli e sfociata in alcuni disordini tra forze dell'ordine e manifestanti. «È evidente - aggiunge il sindaco di Napoli - che l'amministrazione distingue le due anime della protesta, continuando a rilanciare l'appello a tutte le forze sociali sane e democratiche perché si lavori insieme, responsabilmente, in un momento difficilissimo, nell'esclusivo interesse di una città che, da due anni, stiamo amministrando senza risorse cercando di garantire una tenuta sociale così compromessa dalla crisi e dalla contrazione del lavoro».

Da cittadino e da napoletano (ricordando che le due cose non credo si possano scindere in alcun modo e per nessun motivo) provo un profondo senso di vuoto nel leggere queste poche smisurate e vuote parole di comunicato stampa, che sempre più appare un atto di sospensione della ragione rispetto alle scelte amministrative, ed ancor più verso la capacità di ascolto e confronto che devono sempre essere garantite ad ogni componente della cittadinanza.
Ciò accade a causa della dilagante infiltrazione nella logica di questa amministrazione dell’idea che sia più importante apparire e dichiarare, che non fare e peggio ancora avere un progetto ed una visione da proporre alla città.
Questo il mio contro-comunicato-mentale alla lettura delle dichiarazioni di un sindaco che ha saputo solo proporre una rivoluzione che non c’è stata, parlare di Napoli sotto attacco (ma da chi?) in occasione del rogo di Città della Scienza, e che in due anni ha saputo solo chiudere strade, senza riempire di progetti e contenuti quelle zone, dividendo in due la città senza alcun piano mobilità, e in una assoluta illogicità in piena crisi economica ed occupazionale rendere impossibile le normali attività commerciali e del terziario – unico motore dell’economia cittadina.
È evidente che l’amministrazione distingua anime diverse in una stessa protesta, dal momento che la stessa è stata indetta dal noto movimento rivoluzionario “confesercenti”, nota organizzazione contigua alla criminalità organizzata, dal momento che detta contiguità è costante e quotidiana essendo i commercianti in prima linea su tematiche quali usura, pizzo, microcriminalità, e d’altro canto sono anche presenza quotidiana sul territorio, testimoni di ciò che avviene nelle strade e partecipi di ciò che dice la gente.
La parte sana di questa città è molto più ampia di quella che ritenga il sindaco stesso. E sono mesi che cerca un confronto “serio e responsabile” con chi prima di chiudere e dopo aver chiuso una qualsiasi arteria cittadina non si è nemmeno degnato di fare un giro per quelle strade per rendersi conto di cosa accadeva.
È demagogico che si inviti ad un lavoro “serio e responsabile” verso chi non appare né serio né responsabile nelle sue dichiarazioni e negli atti amministrativi; non è serio né responsabile chiudere il 75% del centro storico e praticamente tutto il quartiere Chiaia senza alcun intervento in tema di parcheggi, viabilità, trasporto pubblico.
Non è né serio sé responsabile parlare di camorra dopo aver obbligato praticamente ogni fascia sociale ed economica a scendere in piazza per un tema come la viabilità.
Non è né serio né responsabile parlare di confronto da parte di chi non risponde a nessuno e non si confronta con nessuno, e che in occasione del caso della mancanza di gasolio per i mezzi pubblici ha dichiarato essere in atto un complotto della vecchia nomenclatura per creare problemi alla circolazione. Da ex magistrato o fa i nomi e sporge le doverose denunce, o non parli di serietà e responsabilità.
Non è serio né responsabile parlare di “un momento difficilissimo … di una città che, da due anni, stiamo amministrando senza risorse cercando di garantire una tenuta sociale così compromessa dalla crisi e dalla contrazione del lavoro” senza ammettere alcuna responsabilità sulla desertificazione del centro storico, sulla contrazione commerciale del centro, e dopo aver sbandierato populisticamente che avrebbe “abolito” equitalia, non solo rinnovare quel contratto, ma parlare oggi di “prelievi diretti” dai conti correnti dei cittadini per le imposte e multe comunali.

Dato che amministrare una grande e complessa città è cosa faticosa e difficile, impossibile con l’arroganza e la presunzione di chi pensa sempre di fare da solo, e usa gli assessori che sceglie come suoi capri espiatori, sacrificandone uno di quando in quando sull’altare del problema di turno, sarebbe “serio e responsabile” quantomeno dichiarare che è il sindaco che sbaglia, e sarebbe decoroso e educato chiedere scusa.

Questa è una città che merita di più, che l’unica rivoluzione che autenticamente desidera è quella della normalità, ed un sindaco che non la sfrutti per il proprio arrivismo nazionale, ma che faccia esattamente quello ed esclusivamente quello per cui è stato eletto nei limiti nelle forme e nella correttezza del suo mandato.

Il popolo napoletano è un popolo pacifico, che viene da circa tremila anni di storia in cui ha visto dai greci ai romani e tutte le “amministrazioni” del mondo, compresa una nazista e una americana per alcuni mesi sessant’anni fa.
Ha sopportato e subito di tutto, e ha dialogato e collaborato con tutti.
Fu per la rivolta di Masaniello che gli spagnoli riposizionarono i cannoni di castel sant’elmo, non più a difesa del porto, ma contro la città – e quello schiaffo (narrano alcune ricostruzioni storiche) fu il germe della nascita della camorra.
E tuttavia nessuno ha mai riparato a quello schiaffo, e quei cannoni sono ancora puntati sula città, nonostante il fatto che seppure questa è una delle città più “manifestanti” d’Italia, le nostre siano state sempre le piazze proporzionalmente meno violente.

Ma questa è la città dei miracoli. Napoli da sola ha (oltre San Gennaro ovviamente) almeno una cinquantina di santi protettori (non per non scontentare nessuno, ma perché non si sa mai qualcuno si dovesse risentire). E nella città dei miracoli ne sono successi un paio oggi.
Il primo, è che per quanto intellettualmente stimi Pietro Lignola, non sono quasi mai in accordo con lui, ed oggi è successo che invece miracolosamente lo sia.
Il secondo lo “prendo a prestito” da Pietro Lignola, che scrive “…qual è la specificità dell’unico, immenso Giggino? Egli ha sconfitto, finalmente, l’esagerato individualismo (Lenin lo avrebbe definito “frazionismo”) dei napoletani. Fu nel lontano XVI secolo (fra il 1509 e il 1547) che, per l’unica volta nella loro storia, tutti i napoletani furono uniti nella rivolta: nobili e plebe insorsero allora, sotto la stessa bandiera, contro i tentativi di introdurre prima l’inquisizione di rito spagnolo e poi quella di rito romano, ottenendo la conferma della giurisdizione vescovile. Il sindaco de Magistris ha compiuto il miracolo di far ritrovare alla cittadinanza, dopo cinque secoli, quella miracolosa unità.

Ecco, se uno dei compiti “alti” di un sindaco è unire i cittadini, per una volta Luigi de Magistris ha assolto a questa funzione, tra le più alte della politica.

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