Il senatore Morra e il senso della democrazia
“Se il Pd, il Pdl, la Lega Nord, Scelta Civica, o chiunque sia, si trasformano, accettano tutti i nostri valori fondanti e tutti i nostri obiettivi, ovvero se si trasformano nel M5S, ci rendiamo disponibili a realizzare il nostro programma di Governo.” Sen. Nicola Morra
Lapalissiano no? E c’è qualcuno che la chiama apertura politica e dialogo.
Intanto c’è da dire che oggettivamente al senatore Morra interessa poco la storia, i valori, i toni e i metodi delle da lui immaginate controparti di governo, per lui non c’è differenza di valori tra Lega Nord, Scelta Civica e Pdl, e quindi sarebbe disponibile sia con Berlusconi che con Bossi che con rigor-Montis come lo chiamava il suo comico-leader.
Quello che è strepitoso leggere è che “gli altri” si devono trasformare, e devono cambiare, perché traspare ovvia la premessa: noi siamo “belli-bravi-buoni” e tutti gli altri sono “sbagliati”.
Nella logica morresca c’è in sé la soluzione a quasi tutti i mali e conflitti del mondo, se ci si riflette bene.
Se tutti i “neri, gialli, rossi, meticci” del mondo diventassero di buon grado “bianchi” non ci sarebbe razzismo. Se tutti “i musulmani, gli hindu, i buddisti, i protestanti, i calvinisti, gli ebrei, gli ortodossi” e via discorrendo (e che l’omissione non offenda nessuno) decidessero una buona volta di diventare – atei inclusi – cattolici, non ci sarebbero nemmeno i conflitti religiosi. Se tutti avessimo lo stesso gruppo sanguigno non ci sarebbe alcun problema di banche del sangue, molti problemi di trapianto sarebbero risolti, pensate che gran risparmio. Per non dire che se tutti avessimo la stessa macchina, in tutto il mondo, quell’auto costerebbe meno di mille euro. E così per computer, telefonini, abbigliamento. Per non parlare del fatto che se parlassimo tutti la stessa lingua sarebbe tutto enormemente più semplice. E di esempi ne potremmo fare all’infinito. E la logica del senatore Morra è talmente rivoluzionaria e salvifica che… lascia senza parole.
Anche per i Talebani non ci sarebbero stati problemi con nessuno nel mondo, a patto che avessero accettato di buon grado i loro “valori fondamentali”, lingua, religione, scuole, abbigliamento, usi e costumi…
Però viviamo in un mondo strano senatore. Dio, Allah o il caso, a seconda di come la pensiamo e sentiamo, hanno voluto un piccolo pianeta senza alcuna razza o specie o sentire dominante. Ci aveva riflettuto il senatore Morra? Non credo. Se prendiamo la comunità più numerosa tra gli uomini, la somma di tutte le altre è numericamente superiore. Se prendiamo le specie animali, vegetali, steso discorso. Per quanto ampia e numerosa possa essere una comunità religiosa, la somma di tutte le altre sarà superiore.
Se riflettiamo su questo, si comprenderà perché nessuno può dire di avere ragione, nessuno può dire di essere il solo e da solo nel giusto, e nessuno può fare cose nell’interesse generale tenendo conto solo della propria idea, del proprio metodo e della propria opinione.
In millenni di storia, fare politica, scegliere il metodo democratico, e definire forme di governo repubblicane e rappresentative, costituisce la migliore sintesi a livello umano della gestione delle “cose comuni” e degli interessi generali. E questo richiede, di necessità, che ciascuno faccia un passo indietro, e compia una mediazione, e rinunci a un qualcosa della propria idea, e per farlo, accetti un metodo che non sia violento, né razzista, né discriminatorio, e passi dall’idea che non ha né avrà mai ragione su tutto, né sarà sempre nel giusto. Tutto questo passa dal riconoscimento dell’altro, diverso da sé, come pienamente legittimato ad esserlo, così come le sue istanze e i suoi valori.
Il senatore Morra e la retorica di Grillo lo chiama inciucio. In realtà è semplicemente il seme originario della democrazia e della convivenza e del rispetto. E questa, in ultima analisi, è la cifra della distanza che separa un movimento populista da un partito democratico.
[dimenticavo, il senatore Morra insegna Storia e Filosofia!]