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Michele Di Salvo
24 Sep

La vita vera non viaggia sulla fibra ottica

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  m5s, Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo, socialnetwork, twitter, fake, giovani, Partecipazione, Germania

La vita vera non viaggia sulla fibra ottica

Non so se ce ne si debba rammaricare, o esserne lieti e sollevati. Perché la velocità, cui il nostro tempo si era abituato, adesso pare averci resi schiavi. Iper prestazioni, e risposte immediate, inni alla corsa, al prezzo di nessuna riflessione, analisi e approfondimento. Non rispondere a Twitter o su Facebook per un paio d'ore ci fa diventare rei di qualsiasi cavolata venga di noi detta da qualcuno, o peggio da un profilo finto inventato. Una cosa diventa per vera a seconda di quante volte sia stata condivisa su un social network. Che importa se quelle condivisioni sono finte, generate in modo fasullo e autenticate da visualizzazioni meccaniche.
In questa realtà virtuale qualche settimana fa il teorico di Gaia (quel video per cui ci sarà una guerra mondiale termo-batterio-nucleare in cui pero' i computer funzioneranno benissimo non si capisce alimentati come e da cosa, ma da cui nascerà una società guidata da un presidente mondiale eletto giornalmente!), si Gianroberto Casaleggio, aveva parlato a Cernobbio di un processo irreversibile presentando slide trionfalistiche sul Partito Pirata tedesco e (quindi!?) sul M5S.
Peccato che poi c'e' il voto vero, e il Partito Pirata, dopo una fase di crescita come voto di protesta, non ha saputo coniugare nella dimensione reale proposte concrete e strutture adeguate al ruolo, e una Germania pragmatica e concreta li ha lasciati al 2,2%. Li' il partito Pirata ringrazia, incassa il risultato, e riflette sui propri errori. Da noi un clamoroso risultato politico piu' che dimezzato sia alle amministrative sia nei sondaggi attuali, si traduce in "complotto dei poteri forti che finanziano la macchina del fango per far vincere la colazione del male (tutti) contro il bene (solo i pentastellati)".
Gia' perché come tutti sanno le teorie del complotto si spiegano e dimostrano da sole: non ci credi? Non sei d'accordo? Ecco, allora sei un membro del complotto anche tu, ed e' evidente che il complotto c'e' perché qualcuno semplicemente lo nega. Se uno volesse comprendere perché la classe politica tedesca fa crescere la Germania e non e' una palla al piede dello sviluppo, basta ricordare che li' nessuno in caso di sconfitta griderebbe al complotto. A meno di non ripescare dalla memoria quello dei "saggi di Sion" che ossessionava Hitler.
E forse non e' un caso che il partito euroscettico tedesco non abbia nemmeno superato la soglia del 5%, e nemmeno quel partito, con quel leader e quei temi, ha gridato al complotto e alle armi improprie di chissà che loggia della grande finanza.
Così come non oso immaginare cosa sarebbe successo se in Germania, ma anche in Francia o in Inghilterra, un partito politico non avesse censurato con forza e decisione un parlamentare che invita o sostiene l'evasione fiscale. Li' si sarebbe stati drastici. Da noi si va dal "non avete capito" alla solita "macchina del fango". Gia' perché istigare ad un reato, o esaltarlo, da noi c'e' anche qualcuno comodamente pensa ancora di chiamarlo libertà di pensiero, o satira, o "provocazione".
Non sarà forse che una certa difficoltà ad agganciare la ripresa e lo sviluppo sia dovuta ad un retaggio un po' troppo provinciale, non tanto sul piano geografico quanto mentale della nostra penisola? Gia' perché salvo rare eccezioni, che non fanno nemmeno tanto media, da noi sembra che la linea prevalente sia credere comodamente che ci sia un complotto, che di volta in volta ci sia qualcuno (immigrati, bce, euro, complotti massonici oscuri di ogni razza, religione lingua e colore) ha la colpa dei nostri mali. In definitiva basterebbe infondo impalare "la casta" sulla pubblica piazza e dalla sera alla mattina non avremo più debiti, ne' pubblici ne' privati, l'euro ci peserebbe come l'oro nelle tasche, tutti avremmo un lavoro, i nostri figli avrebbero un roseo futuro senza problemi.
A seconda del tema del giorno, questo popolo di rivoluzionari indignati che pare sia l'Italia, diventa anche di commissari tecnici del lunedì, di cassazionisti e costituzionalisti all'occorrenza, di esperti di armi chimiche, politica estera e strategia diplomatica almeno una volta al mese, e adesso anche uno straordinario collettivo autogestito di esperti di finanza debito pubblico e teoria e pratica tributaria.
Qualcuno ha anche ripescato Ghandi, dicendo che "e' con l'obiezione fiscale che ha liberato il popolo indiano" dimenticando in questo strano revisionismo che Ghandi ha affrontato il carcere e la galera contro il colonialismo, e non in uno Stato democratico, in cui per altro il tuo partito e' presente in parlamento, i cui parlamentari li paghiamo anche noi, e i cui gruppi parlamentari funzionano con fondi e finanziamenti pubblici.
Forse la rete, quella che viaggia in fibra ottica, da noi funziona da anestetico sociale, da sfogatoio utile a fiumi di parole "pur di dire la nostra" e sentirci partecipi, per dare la colpa a qualcuno delle scelte sbagliate nostre e delle generazioni precedenti, senza sentirci responsabili di nulla. Forse basterebbe rallentare e riflettere. Semmai chiedendo e scegliendo rappresentanti politici responsabili e concreti, e soluzioni vere, e non semplici slogan accattivanti.
Ma forse così facendo perderebbero il lavoro i guru della nuova era, santoni spirituali delle nostre vite futuriste che ci esaltano a rivoluzionari dalle poltrone di casa nostra, e noi dovremmo fare la fatica di prendere in mano i nostri destini, e metterci la faccia.

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