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Michele Di Salvo
09 Apr

Violenza a 5 Stelle

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio, m5s, violenza, comunicazione tossica, Federica Salsi, Bologna, Censura

Violenza a 5 Stelle

In un mio articolo un mese fa affermavo:
Una delle pecche della scuola italiana è che quasi mai si arriva con i programmi dell’ultimo anno di liceo al ‘900 – che comunque resta un programma che si fa poco, quando si fa, e male, nella maggior parte dei casi… per ragioni di tempo, di fretta, di vastità del programma, e per le facili implicazioni politiche che comporta. Un generale una volta disse “si fa una guerra quando il popolo ha scordato quella precedente” (se no non la farebbe). Questa frase, per ricordarla alla nazione in un momento complesso della propria storia, viene “ripresa” in una puntata del commissario Pepe, interpretato da Ugo Tognazzi – era il 1970 e di quella frase c’era un gran bisogno. Nel film messa in bocca al pazzo del paese, che girava di notte gridando “non dormite” che mentre voi dormite poi vi risvegliate col fucile in mano e nemmeno ve ne accorgete!

C’è stato un tempo in cui, fosse anche per opportunismo o per motivi di facciata, i partiti politici condannavano la violenza “della propria parte”.
In quel tempo però la violenza era un atto visibile e concreto, chi compiva atti violenti si alzava, usciva di casa, rischiava la galera, compiva atti illeciti, e i suoi atti entravano nel dibattito politico sociale e parlamentare e destavano (sempre troppo poca) indignazione.
Oggi non si ha nemmeno più lo spessore personale per fare certe cose alla luce del sole, si sta comodi in casa propria, e si pensa che tutto sia “un gioco”, uno scherzo, infondo è una minaccia via mail, è un commento, mica sarà reato…
Ieri, si bruciavano le tipografie. Oggi, si spengono i server. E si pensa che non sia la stessa cosa. E quando uscì quella dichiarazione di Grillo io commentai “festeggiare come una buona notizia la chiusura di settanta quotidiani è un messaggio chiaro e non equivocabile. Che dà una paternità morale chiara e sostanziale.

Si confonde la libertà di espressione, scolpita nell’articolo 21 della nostra Carta Costituzionale, con la liceità e ammissibilità di dire ed affermare qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, senza che nelle parole dette debba esservi ravvisata alcuna precisa responsabilità penale, civile, politica, morale e sociale.
le parole, specie nel web, diventano importanti quando creano consenso, ma per un’alchimia strana diventano leggere e impercettibili in termini di responsabilità, come se non vi fosse più un nesso concreto, diretto e preciso, tra ciò che un leader afferma, dice e scrive e l’atto concreto di qualcuno che segue quelle parole e vi dà una concretizzazione.
Quello che non si era mai visto era non solo il non riconoscere la violenza e non chiamarla per nome, ma non dissociarsi né condannarla, anzi, appoggiarla chiaramente e inequivocabilmente.
E questo non può essere consentito in un sistema democratico, in una repubblica, e in una società.

La violenza – qualunque essa sia – va condannata, non solo a parole, ma nei fatti, ed in alcun modo può essere alimentata, attenuata, concessa, scusata, solo perché qualcuno ritiene che declinata in modo diverso non sia violenza.
Io non tornerò su quanto ho già scritto, e che riguardava e riguarda me, e su cui ho detto (perché era giusto farlo) ma non ho “montato un caso”, perché ho scelto di non volere dare eccessiva pubblicità a piccoli omuncoli che giocano e scambiano le proprie bravate per un “forte atto politico”.
li considero e li ho considerati poco più che dementi, e mi sono preso la libertà di condannarli per i gesti e tuttavia assolversi per manifesta incapacità mentale.
Ma credo che il limite sia stato superato, ma su questo limite tornerò alla fine.

I fatti di cui parliamo sono semplici.
Grillo ha affermato di temere per la propria vita, che il solo dichiarare il suo indirizzo metteva a repentaglio la sua famiglia, e tuttavia sino ad oggi non risultava né alla questura né presso l’arma dei carabinieri alcuna minaccia concreta e nessuna necessità di attenzionamento particolare sulla sua persona e sulla sua famiglia. (casualmente compare oggi, e casualmente esce come notizia sul fatto quotidiano, mentre su queste vicende lo stesso giornale non ha detto nulla!)
Tuttavia risultano da mesi centinaia di atti intimidatori reali e concreti verso praticamente tutti gli espulsi/epurati, e molte di queste persone sono soggette a verifiche di sicurezza particolare da parte delle forze dell’ordine, e questo sulla base non di fantasiose o sporadiche e occasionali mail “nel rispetto della libertà di espressione”, ma di concrete minacce ed atti violenti riscontrati.
Alcuni giorni fa sono state rese pubbliche sul portale meetup di Bologna, da parte di alcuni membri del M5S locale alcune email chiare, precise, inequivocabili, del clima e dell’atteggiamento intrapreso sistematicamente da parte di colleghi consiglieri comunali nei confronti del consigliere Federica Salsi. Eccole.

All’indignazione interna al movimento, per il solo fatto di aver letto il contenuto di quella corrispondenza, che andava e va ben oltre la legittima opinione, Grillo e Casaleggio, in maniera precisa e consapevole hanno rimosso quei contenuti.
Successivamente hanno messo in giro la versione di hacker, che avrebbero pubblicato quel contenuto.
Quando questi documenti – che testimoniano un clima e un metodo ed un linguaggio politico chiaro ed inequivocabile – sono stati recuperati e resi pubblici da Christian Abbondanza sul sito Casa della Legalità, il suo profilo facebook è stato “bloccato per 24 ore”. Il fatto è avvenuto perché una banda di utenti hanno segnalato il titolare del profilo per qualsiasi cosa, ovviamente nulla di corrispondente al vero.
Il fatto è avvenuto in un silenzio assordante e colpevole generalizzato.
La vicenda denunciava semplicemente i toni, un clima e le azioni all’interno del consiglio comunale di Bologna, e i comportamenti di mobbing e violenza nei confronti di un consigliere comunale.
Alla mistificazione di questi fatti è seguita prima la negazione e il tentativo di ridimensionare, e infine la peggiore e più infame delle affermazioni che un personaggio pubblico può compiere.

Costruendo l’ennesima menzogna, senza alcun genere di riferimento a fatti reali, Beppe Grillo dal suo blog, a firma congiunta con Gianroberto Casaleggio, ha affermato testualmente
“Dopo i recenti attacchi arrivati da più parti ai consiglieri di Bologna Massimo Bugani e Marco Piazza rinnoviamo loro la nostra stima e totale solidarietà oltre all'apprezzamento per il lavoro svolto finora sul territorio. Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio”

Nella vigliaccheria, menzogna e mistificazione, Grillo e Casaleggio non hanno chiarito la vicenda, non hanno detto i fatti, nemmeno quando qualcuno ha testualmente commentato:
prima di commentare occorre documentarsi... questo post che dichiara solidarietà a Bugani e Piazza non spiega il perchè ed il percome questi attacchi siano maturati (mi è sembrato di capire anche all'interno del movimento...) vista la comprovata trasparenza del M5S chiedo che venga fatto un post dove vengano esposti i fatti e non soltanto a solidarietà agli eletti M5S...” e “Il fatto che siate solidali non mi interessa minimamente. Voglio conoscere i fatti poi mi regolo da solo, non ho bisogno di guide spirituali... di quelle ce ne sono già troppe in giro.... attenzione che così facendo, senza dare spiegazioni, vi date la zappa sui piedi e il primo a dispiacersene sono che speravo in un cambiamento”.

La distanza tra la classe dirigente e la realtà sta anche in questo, nel fatto che nessun leader di nessun partito ha condannato con forza questa linea, questi fatti, queste parole, questi atteggiamenti, né riconosciuto e dichiarato che questi sono atti violenti, intimidatori, censori, che non possono essere tollerati né trovare ospitalità in alcun partito, movimento, associazione sia parte di un qualsiasi organo elettivo, men che meno se questo partito, movimento o associazione ha una propria rappresentanza parlamentare.
Io ho cercato, ma non ho trovato nessuno che sino ad oggi si sia espresso chiaramente in questi termini o in termini simili, ed in questo c’è una gravità politica sconvolgente, ai limiti della accettazione e della connivenza.
Oggi la violenza non è quella delle molotov, ma si perpetra attraverso “stimoli” verbali e post che se non incitano giustificano e legittimano azioni, pretendendo di non esserne poi responsabili.

Non si gioca con la violenza, né con il tema della violenza.
Né è accettabile che per opportunità politica gli altri partiti “glissino” o peggio ridimensionino certi fenomeni e certi linguaggi.
Il punto vero è che quando si sceglie che alla violenza vi sia un “limite accettabile” o una “soglia di definizione” della stessa, qualcuno dovrebbe chiarire prima quale siano queste soglie e questi limiti, per evitare che ogni giorno quel limite e quella soglia vengano spostati per opportunismo o cecità.
Qual è dunque nella nostra società il limite di accettabilità dei toni?
Qual è la soglia di tolleranza di ciò che rientra o meno nelle attività ammissibili nel dibattito politico e che possono rientrare nel diritto dell’articolo 21 e che non siano etichettabili come boutade isolate e trascurabili?
Ecco, anche l’essere chiari su questi limiti e queste soglie è atto preciso di una classe dirigente e di chi fa politica; e il tacere è anch’esso una precisa assunzione di corresponsabilità, quanto meno in termini di accettazione dello status quo.

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A
che tristezza... povera Italia, con questi sfascisti, arroganti, senza rispetto per nessuno.
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T
Non è accettabile in un paese democratico fare campagna elettorale con toni e minacce violente, con offese che superavano ogni limite , creando un incentivo ad usare lo stesso suo linguaggio, che puntualmente si verificava, appena cercavi di difendere le tue idee, rispondendo alle accuse.No, non si può raccogliere niente di buono seminando odio ed ingiurie. Appena dici che è un linguaggio da fascisti, apriti cielo ! Fanno la giravolta e vogliono passare a vittime, non frenandosi con le loro scorribande verbali e scritte. Purtroppo questa è la loro cultura e cercano di imporla a chi li segue , commettendo lo sbaglio di credersi onnipotenti nascondendosi dietro la rete. Il loro integralismo ,prima o dopo, porterà a scontri fisici e non più verbali, quando i più accaniti sostenitori ,privi di ideali ma frustrati , capiranno che hanno ottenuto il nulla.
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A
Così è e ben sta.