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Michele Di Salvo
23 Jan

Il M5S perde la foglia di Fico

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Beppe Grillo, camorra, Campania, Casaleggio, comunicazione, comunicazione politica, demagogia, Grillo, m5s, Napoli

Il M5S perde la foglia di Fico
Quando esplose la "questione Quarto" non mi meravigliai dei fatti in sé. Semmai mi meravigliò che davvero qualcuno possa aver creduto anche solo per un momento che potesse esistere un solo partito esente da rischio infiltrazioni. Come se ci potesse essere qualcosa nel dna o per grazia divina ricevuta, che impedisse geneticamente o religiosamente che il singolo candidato, il singolo consigliere, potessero chiedere e ricevere voti criminali. Risolvere la questione col semplice garantismo, con una veloce espulsione, con una dissociazione da azioni personali, non risolve certamente il problema. Non lo risolve nei grandi e vecchi partiti come non lo risolve oggi nel Movimento 5 Stelle. Oggi però sappiamo qualcosa di più di quella che poteva apparire come un'insieme di ingenuità miste e parzialmente dovute a inesperienza.

Sappiamo che la Capuozzo non denunciò le pressioni subite. Sappiamo che cercò di gestire la situazione in sordina, in accordo con i vertici del Movimento. Sappiamo che quei vertici sapevano. E lo sappiamo con certezza perché date, telefonate e messaggi nessuno ha nemmeno posto il dubbio che in qualche modo potessero essere stati falsificati. E a scanso di equivoci chiariamo che non lo sono in alcun modo.

Sappiamo che a Quarto il M5S non ha preso solo "voti sospetti" e di eticamente dubbia provenienza per "un singolo" o pochi casi di consiglieri comunali; come ha detto chiaramente la Capuozzo – e come da buon senso – non si capisce perché quelli per il Comune al M5S sono inquinati e quelli per le regionali (in contemporanea) invece sono lindi e pinti. Sappiamo che la sindaco di Quarto si confrontò, avvisò ed in formò in tempo reale non solo i due parlamentari di riferimento della Campania (Fico, presidente della commissione di vigilanza Rai e Di Maio, vice presidente della Camera) ma anche di fatto il cd. direttorio, ovvero quello stretto gruppo di parlamentari che di fatto decidono tutto. Sappiamo che questi deputati – ed in particolare Roberto Fico – non entrarono nel merito delle vicende di Quarto; informati, loro stesi non intesero né invitare la sindaco a sporgere denuncia, né loro stessi – informati di questi fatti – hanno ritenuto di sporgere denuncia in merito a quanto venuti a conoscenza. Sappiamo che nessuno dei deputati campani ha fatto una sola interrogazione parlamentare in merito a quanto sapevano, erano venuti a conoscenza, stava emergendo e poi è esploso di tutta questa vicenda sin da fine novembre. Eppure di ragioni in un comune sciolto ripetutamente per infiltrazioni camorristiche ce ne sarebbero state, se non altro per quanto loro stessi sapevano essendo stati informati.

Quello che inoltre sappiamo è che la strategia del direttorio – evidentemente informati Grillo e Casaleggio dati i numerosi post e flashmob organizzati – fu sostanzialmente di nascondere e minimizzare. Finanche la negazione da parte di Fico di essere stato direttamente informato. Lui non sapeva.

Mi ricorda una vicenda personale. Quando pubblicai nel 2012 questo ebook -  in cui dissi sostanzialmente che dietro il successo web del M5S c'era la Casaleggio – proprio Roberto Fico si affrettò a dire che il movimento è una creatura spontanea (sic!). Dietro il movimento non c'è nessuno, nessun'azienda di comunicazione. Io questo Casaleggio nemmeno lo conosco e non so chi sia... Amen. Smentito dalla storia allora. Ed ora come allora smentito da altre carte. I documenti in mano alla procura, i messaggi depositati con risposte precise e in data e orari certi. Lui non sapeva.

E quando il calderone non si poteva più contenere, e quando la vicenda Quarto era la punta dell'iceberg di un'Italia amministrata dai 5 stelle che faceva abbondantemente acqua da tutte le parti, e che progressivamente si stava sciogliendo, la soluzione era semplice ed efficace. La straordinaria vittoria civile di Quarto andava archiviata, dimenticata, non discussa. Mediaticamente insostenibile andava scaricata. Come? Espelliamo il sindaco e chiediamo che si dimetta. Che poi in un consiglio monocolore se espelli tutti di fatto le dimissioni le provochi perché se si dimette qualcuno manca il numero minimo per la fiducia. E quindi la Quarto liberata a cinque stelle, in pochi giorni è diventata la #Quartochi? o #Quartodove? Dimenticata. E soprattutto da dimenticare.

Ma con il ruolo e le scelte di Roberto Fico cade anche la foglia di fico dell'esperienza politica. Qui c'è molto, moltissimo, della parte peggiore della vecchia politica. Quella che i cinque stelle dovevano travolgere come uno tsunami, ce lo ricordiamo? Fatta di "non sapevo", non ero informato, non immaginavo, non siamo responsabili. Fatta di deresponsabilizzazione sulle scelte dei candidati – che puntualmente se sono mele marce sono fatti isolati e a titolo personale – che li espelli e le liste e le coscienze sono pulite. Fatta di "cavalco l'onda del risultato" sinché è utile alla causa, per poi scaricarti quando i nodi vengono al pettine. Quella vecchia politica fatta di opportunismo e di slogan, di cinismo e tatticismo. E dietro al foglia di fico niente.

Combattere la criminalità organizzata è atto concreto ben più difficile del semplice slogan elettorale, ed è questione che tocca tutti i partiti politici nel momento della responsabilità, ovvero quando selezionano e scelgono i candidati, e se ne assumono la responsabilità piena, e nel come poi gestiscono “il dopo”. Qualcuno ha scritto che il M5S con Quarto ha perso la "verginità politica". Da queste scelte sciatte, calcolate, basate solo sul fil-rouge della comunicazione spazzatura da click-baiting secondo me quella verginità tanto decantata non c'è mai stata. La tv brutta, cattiva, vecchia, corrotta, morta, oggi è il primo palco per i tre triunviri che di fatto sono a capo, ma più che altro immagine, di un movimento grande, senza che nessuno li abbia scelti. Per nomina divina, pardon "del comico e del guru". Senza un'assemblea, senza delegati, senza interventi, senza confronto. Mi si dirà "ma questa è roba da vecchi partiti..." e io chiedo "perché, nei fatti, dove sta la differenza?"

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