Il pugno chiuso
Per qualcuno è un gesto passato fuori moda. Per qualcuno è un segno di appartenenza. Per altri, un modo di manifestare uno schierarsi da “una parte”. Per davvero. Troppo spesso in maniera ipocrita.Perché “un pugno chiuso” è una roba seria, che è prassi e comportamento e scelte concrete e quotidiane che non ammettono ambivalenze, né anestesie di sorta, né attenuanti o distinguo. Il pugno chiuso come simbolo di lotta, e di opposizione intransigente ad uno stato di cose, premette ineluttabilmente un rigore prima di tutto nella propria vita, sulla propria esistenza, senza alcuna eccezione o distinguo o attenuante. È la sua origine che lo impone: “proletaria” - di chi cioè non aveva alcun altro bene che non i propri figli, e la cui lotta non era certo per dei beni materiali, bensì per qualcosa di più alto in termini di valore: diritti e dignità, non per sé ma per loro.
Un gesto di cui troppo facilmente, con qualche banalizzazione e filantropia spicciola, se ne è appropriata “una certa borghesia”, ben lontana da quelle origini che caratterizzano una precisa dimensione esistenziale. Non si può essere classe media, e quindi per ruolo e posizione sociale parte di un sistema economico che crea diseguaglianze, e contemporaneamente avere in sé quella “rabbia” di chi non ha nulla da perdere, ed esprime il bisogno di una ri-evoluzione radicale.
È rabbia che non sa uscire, la mascella che non si chiude per urlare. È la forza, che si concentra in un solo punto, e che non si scatena, ma si manifesta. È il sangue che scorre, e fa calore. È il silenzio della pantera nera a capo chino contro ogni razzismo. È la dimensione del proprio cuore, quella racchiusa nel pugno. È mano che si scaglia contro la utile e ipocrita pace sociale. È abbraccio della condivisione di una condizione, troppo spesso poco umana. È la violenza giusta, che si può permettere dignitosamente solo chi è ridotto al fondo della società umana. È la differenza tra la mano che offende e la resistenza.
Tutto questo, ed anche molto altro, è un semplice pugno chiuso. Di fronte al quale dovremmo tutti chinare la testa e provare un senso di autentico, differente, profondo rispetto.