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Michele Di Salvo
23 Jun

Grillo: Pentitevi (convertitevi e credete al mio vangelo)

Pubblicato da Michele Di Salvo  - Tags:  Beppe Grillo, m5s, Gianroberto Casaleggio, giovani, giornalismo, giornali, vangelo, guru, internet, informazione

Grillo: Pentitevi (convertitevi e credete al mio vangelo)

Ve lo ricordate questo monito? “Pentiti, e credi al vangelo!” Era una vecchia Chiesa degli anni cinquanta, praticamente un’altra era geologica, tanto che è quasi inutile descrivere l’Italia e la società di quegli anni. Il nuovo che avanza (Grillo) e la nuova filosofia socio-media-politica (made in Casaleggio) usano invece proprio questi cari vecchi toni.
In un decisamente improbabile accostamento tra i giornalisti e la mafia (sic!) dimenticando straordinariamente i tantissimi giornalisti morti proprio per mano criminale, il contributo enorme che hanno dato alle inchieste, al racconto di fatti e processi, senza il cui lavoro certamente oggi saremo meno liberi e meno informati e consapevoli.
I giornalisti dunque secondo Grillo dovrebbero pentirsi, lui, novello Stato, in questo scouting di portavoce pentiti, garantisce un futuro a chi “passa dalla sua parte” – cosa inquietante se consideriamo che il presidente della commissione di indirizzo e vigilanza Rai è del suo movimento – e propone non troppo velatamente novelle liste nere e bianche, distanze tra buoni e cattivi, tra servi e liberi. Lo fa dal suo blog, come sempre, e come sempre scordando che a un giornalista non dovrebbero mai chiedere (politici e lettori) di stare da una parte o da quell’altra, ma di restare indipendenti, e dichiarare in modo esplicito la propria opinione (legittima e umana) in maniera che sia chiaro e non “perso tra le righe” o “desumibile dalle parole”.
Il monito-invito a “pentirsi” nello stesso giorno indica la via buona da seguire, nelle parole (casualmente contestuali?) di Gianroberto Casaleggio, novello Gesù di un nuovo Vangelo costituzional-filosofico che propone «Tutto quello che è successo, compresa la chiusura a riccio del Sistema per mantenere lo status quo e l’inesperienza dei neoparlamentari, era prevedibile, tranne l’attacco mediatico senza precedenti per l’Italia repubblicana».
«Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate», preconizza, «alcune scompariranno... è una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata». In questo quadro «Gli eletti devono comportarsi da portavoce, il loro compito è sviluppare il programma elettorale e mantenere gli impegni presi con chi li ha votati. Ogni collegio elettorale dovrebbe poter essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ogni momento attraverso referendum locali».
Pentitevi, dunque, e credete al vangelo!
Una “buona novella” che cancella la libertà da ogni vincolo di mandato per gli eletti, in cui una rete non si capisce gestita come e da chi e con quali garanzie per tutti revocherà anche chi è stato eletto.
A questo punto velocizziamo i processi con una votazione online, gli appalti pubblici facciamoli con aste a ribasso su Ebay, nominiamo le persone in base ai follower che hanno, cancelliamo i media tradizionali e lasciamo che sia una ricerca su Google a dirci la verità, in una rete in cui non c’è diritto di replica e smentita né obbligo di verità sui fatti (al di là delle opinioni). Direi anche di abolire la scuola, tanto basta leggere wikipedia.
Ecco, invece a me la scuola ha insegnato tante cose, tra cui stare con gli altri, imparare che le organizzazioni sociali vanno migliorate e non destrutturate o distrutte, che il compromesso non è inciucio, ma riconoscere che anche l’altro ha alcune ragioni, che il dialogo diretto, vero, è un valore e non una perdita di tempo, e soprattutto mi ha insegnato ad ammettere quando ho torto, ma a non pentirmi mai delle mie scelte, e certamente a non credere ciecamente a nulla, ma a pormi domande, e non cedere al facile fascino di un novello guru.
Anche in tempi in cui ci sentiamo tutti un po’ più soli e sentiamo il bisogno di qualche stella in più che ci mostri la rotta.

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